Da tempo il suo cuore funzionava a una capacità ridotta di circa il 30%
Quando Diego Armando Maradona è morto, il 25 novembre 2020, il mondo del calcio, e anche quello non sportivo, si è fermato per piangere. La causa del decesso è stata un edema polmonare acuto secondario a insufficienza cardiaca cronica.
Il cuore era provato da tempo e funzionava a una capacità ridotta di circa il 30% per una cardiomiopatia dilatativa. Maradona si trovava nella casa di San Andrés a Buenos Aires, luogo scelto per il prosieguo della riabilitazione e dopo l’intervento chirurgico alla testa subita a causa di un edema.
È certamente difficile non riconoscere la grandezza, in fatto calcistico, di questa leggenda del pallone, il mito del calcio che nel 1976 esordì nell’Argentinos Juniors, pronto a entrare nella storia.
Diego Armando Maradona, in quella partita di campionato contro il Talleres di Cordoba, entrò in campo all’inizio del secondo tempo al posto di Ruben Anibal Giacobetti con la maglia numero 16. Il tecnico Juan Carlos Montes lo incitò in questo modo: “Vai Diego, gioca come sai”. Maradona lo prese in parola e si presentò facendo tunnel al primo avversario, nella fattispecie Juan Domingo Patricio Cabrera.
Giornalista