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Totò risulta essere il comico italiano più conosciuto e amato, seguìto da Alberto Sordi e Massimo Troisi
127 anni fa, il 15 febbraio 1898, nacque un signore, il signore della comicità napoletana, Totò, il Principe della risata.
Antonio de Curtis è rimasto nel mito, nel sorriso di tutti, nelle sue impareggiabili battute, nella sua sana comicità. È stato una sorta di Charlot all’italiana, personaggio sorridente e triste, nostalgico e fragile.
Non è certamente una questione di numeri, eppure qui i numeri dobbiamo darli: 97 film nell’arco di trent’anni, per una media di più di tre all’anno, con 42 registi diversi e oltre 40 spettacoli tra commedie e pièce di avanspettacolo. Totò è stato anche drammaturgo, autore di poesie e di canzoni: tra queste è doveroso nominare ‘A Livella, appunto, e Malafemmena.
È entrato nella cultura popolare di intere generazioni di italiani e risulta essere il comico italiano più conosciuto e amato, seguìto da Alberto Sordi e Massimo Troisi.
Umberto Eco espresse l’importanza di Totò nella cultura italiana con queste parole: “In questo universo globalizzato in cui pare che ormai tutti vedano gli stessi film e mangino lo stesso cibo, esistono ancora fratture abissali e incolmabili tra cultura e cultura. Come faranno mai a intendersi due popoli, di cui uno ignora Totò?”.