Marx ed Engels analizzano la storia come lotta di classe sempre esistita e combattuta tra oppressi e oppressori
Il Manifesto del Partito Comunista fu scritto da Karl Marx e Friedrich Engels fra il 1847 e il 1848 e pubblicato a Londra il 21 febbraio 1848. Il libro fu commissionato dalla Lega dei Comunisti per esprimere il loro progetto politico e si apre con la famosa frase “Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro: il papa e lo zar, Metternich e Guizot, radicali francesi e poliziotti tedeschi. […] È ormai tempo che i comunisti espongano apertamente in faccia a tutto il mondo il loro modo di vedere, i loro fini, le loro tendenze, e che contrappongano alla favola dello spettro del comunismo un manifesto del partito stesso”.
Nel testo, Marx ed Engels analizzano la storia come lotta di classe, sempre esistita e combattuta tra oppressi e oppressori. Si pone importanza sulla necessità di una stretta collaborazione tra i partiti dei vari Paesi, ponendo le basi dell’internazionalismo di matrice socialista in quanto i proletari dei vari Paesi hanno obiettivi comuni e quindi devono unirsi. Di qui il famoso appello (divenuto poi motto dell’Unione Sovietica): Proletari di tutti Paesi, unitevi.