Lettera degli amici a Francesco Pio: “Grazie per averci dato il privilegio di crescere insieme”

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Comunicato Stampa – Antonio Iesce

Pochi giorni fa a Paupisi si è tenuto l’ultimo saluto a Francesco Pio scomparso prematuramente in un incidente stradale la mattina di San Valentino. Al termine del rito funebre, in una piazza don Tommaso Boscaino piena in ogni angolo di persone che hanno voluto dare l’ultimo saluto a Pio, c’è stata la proiezione di un video con tante foto di Francescopio con alla base la canzone ‘Ovunque Sarai’ che parla del ricordo di una persona che non è più in vita e alla fine è stata letta una lettera a Pio a nome di tutti i suoi giovani amici di Paupisi:“

Eccoci qua, ci troviamo a scrivere le parole più difficili della nostra vita. Parole tristi, parole brutte, parole che non avremmo mai voluto pronunciare. Però è dalle parole che vorremmo iniziare, tu che le hai sempre utilizzate per strappare un sorriso; in fondo, era la tua indole. Tu che amavi trasmettere con le tue parole ogni tua idea, ogni tuo pensiero, ogni tua emozione. E oggi realizzare che non potremo mai più ascoltarle, ci distrugge. Pensare che non sentiremo più il rombo del tuo trattore alla sagra, che non sapremo più chi chiamare quando rimarremo a piedi in macchina, che non sapremo più a chi rivolgerci quando le cose andranno male davvero. Ma forse quello che ci mancherà di più, sarà proprio la tua voce; quella voce squillante nei nostri brindisi, stonata nelle tue canzoni improponibili, ma calma e forte quando c’era da consigliarci.

E oggi quello che sentiamo, per le nostre strade, nelle nostre case e nei nostri cuori, è un silenzio assordante; un silenzio crudo, che persiste, che mai avremmo pensato di sentire. Però non ti vogliamo ricordare col silenzio di oggi, tu che silenzioso non lo sei mai stato, anzi. Tu eri rumore, ed il tuo rumore lo percepivamo in tutto ciò che facevi e dicevi. Basti pensare a quello della tua saracinesca nei pomeriggi della sagra tutti insieme a fare la sangria, al fracasso insopportabile del tuo martello mentre allestivamo i carri di carnevale, o alla pietrina dei tuoi mille accendini di dubbia provenienza che -tra l’altro- neanche funzionavano.

Ma quando si accendevano, che fiamma che emanavano! Una fiamma calda, vicino alla quale potersi riscaldare, fiamma che illumina le torce ai lati del nostro sentiero, ma soprattutto fiamma viva, che non si spegne. Non importa quanta pioggia cadrà, quante lacrime verserà il cielo, la tua fiamma non si spegnerà mai. E ad alimentarla e proteggerla saremo noi, che la custodiremo gelosamente tutti i giorni, in ogni nostro gesto. E ti promettiamo che da fiamma nascerà fuoco e che da fuoco nascerà incendio: in fondo, anche questo eri tu. Detto ciò, provando a ricomporre i pezzi della nostra vita, ci accorgiamo che ne manca uno; quello al centro del nostro puzzle, e disperatamente proviamo ad attaccarci a ciò che ne rimane.

Quello che appariva come un bellissimo quadro oggi è trasformato, mutato, e sfugge alla nostra comprensione. Ma siamo sicuri che no, non è questo il momento di sforzarci per capirlo; il tempo lo renderà più nitido. Questo, infatti, è il momento di salutarti per un’ultima volta e ringraziarti: Grazie per averci dato il privilegio di crescere insieme, per l’amore e l’impegno che hai messo in ogni momento, per averci insegnato a vivere. Ma non vogliamo limitarci a questo, non vogliamo essere banali: noi ti ringraziamo anche per bisticci, litigate, momenti no dove tutto appariva più scuro, ma nonostante tutto eravamo insieme e questo ci bastava.Ora ci tocca il compito più doloroso: quello di guardare avanti. Te ne vai e ci lasci con tante domande. Noi, oggi, non sappiamo rispondere; possiamo solo farti una promessa.

Quella di portare avanti tutto ciò che eri, e di farlo insieme come tu ci hai insegnato. Oggi il tuo paese ti piange, è vero, ma lo fa in un grande abbraccio e una sola voce che siamo certi oggi ti raggiungerà, ovunque tu sia. Noi, dal lato nostro, continueremo a vederti nelle piccole cose, e ti assicuriamo che quel campari a soldatino sarà sempre sul bancone ad aspettarti.Grazie di tutto, caro amico nostro, e ricorda che non è un addio, ma un arrivederci”.