
Il giovane Paolo si risvegliò dalla morte e si riaddormentò nel sonno eterno tra le braccia del Santo
Il 16 marzo 1583 avvenne un evento prodigioso, ricordato come il miracolo di San Filippo Neri. Paolo, figliolo del principe Fabrizio Massimo, era gravemente malato da molti giorni e in serio pericolo di vita, ma durante la malattia fu assistito ogni giorno da Filippo. Tuttavia, il giorno in cui Paolo spirò, questi non era presente perché impegnato nella celebrazione della Santa Messa. Arrivò tardi, il ragazzo era già morto, ma Filippo si accostò al suo petto esanime, gli mise una mano sulla fronte e, con il tremito soprannaturale che caratterizzava la sua preghiera, invocò Dio intensamente, per qualche minuto, cospargendo il corpo del giovane di acqua benedetta, accostandoselo al petto e chiamandolo per nome. In quel momento, Paolo riaprì gli occhi, parlò per alcuni minuti con Padre Filippo e, stretto fra le sue braccia, si riaddormentò nel sonno della morte.
Filippo Neri nacque a Firenze nel 1515, il 21 luglio, e si trasferì a Roma all’età di vent’anni, ove fu consacrato sacerdote nel 1551. Subito si accorse di trovarsi in una città popolosa e pericolosa e diede dunque inizio a una importante esperienza di riunione, Cominciò, infatti, a organizzare degli incontri in chiesa tra giovani, sia maschi che femmine, all’insegna del gioco e della preghiera, pur di sottrarli ai pericoli del mondo, e per avvicinarli alla fede e alle celebrazioni liturgiche nella laicità. Le attività si svolgevano nella chiesa di Santa Maria in Vallicella, luogo che poi venne detto Oratorio.
L’esperienza dell’Oratorio e della Congregazione consisteva nella creazione di una comunità religiosa composta da persone di diverso status. L’attività fu particolarmente importante e innovativa, tanto da divenire il cuore del rinnovamento spirituale del centro di Roma.