
Con questo testo, l’imperatore d’Oriente manifestava la volontà di dare vita a un riordino del sistema processuale, afflitto da troppe lungaggini
Il 16 aprile del 529 entrò in vigore il Codex Iustinianus Vetus, o Codice Giustinianeo, un ampliamente del Codice Teodosiano. L’Imperatore d’Oriente Giustiniano ebbe l’idea di dare un nuovo ordinamento giuridico all’Impero e il 13 febbraio dell’anno precedente, emanò la costituzione Haec quae necessario.
Con questo testo manifestava la volontà di dare vita a un riordino del sistema processuale, afflitto da troppe lungaggini, e dispose l’avvio della redazione di un nuovo codice di leggi che includesse i testi dei codici precedenti e in generale tutta la produzione legislativa seguita al Codice Teodosiano. Stabiliva che non dovessero essere presenti norme ormai desuete o cadute in disuso.
Di esso furono redatte due edizioni: la prima, il Codex Iustinianus primus o vetus del 529, è andata perduta, mentre la seconda, il Codex Iustinianus repetitae praelectionis del 534, ci è pervenuta integralmente.
Oltre a essere utilizzato nel diritto, il codice di Giustiniano veniva studiato dagli studenti al 5º e ultimo anno di studio di diritto.