Rifiuti sepolti a San Lorenzo Maggiore, se la monnezza è oro, la salute di più!

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“La monnezza è oro, dottò”. E’ passato un quarto di secolo da quando Nunzio Perrella, primo boss di camorra pentito, raccontava i traffici illeciti di rifiuti iniziando con questa frase detta ai pm. Poche parole che racchiudevano e più che mai oggi racchiudono tutta l’importanza ricoperta dal business dei rifiuti per le organizzazioni criminali.

Dopo tanti anni, quindi, la gestione dei rifiuti in Italia, più nel dettaglio in Campania, o meglio ancora nel Sannio, resta un’emergenza sulla quale fare soldi “facili”, o almeno provarci, per chi ha fatto dell’illegalità il proprio stile di vita e la propria fonte di guadagno.

Il problema è all’ordine del giorno. In queste ore si è alla ricerca dei rifiuti tossici sepolti nelle nostre terre. Sepolti a San Lorenzo Maggiore. Ci sono plastiche derivanti da scarti di attività edilizia, copertoni deteriorati mai smaltiti e molto altro ancora che si trova deposto in quei terreni senza il sapere di nessuno e chissà se sotto questa montagna di “monnezza” si nasconde ancora altro. Tutto è accaduto senza che nessuno vedesse o sapesse nulla.

Se parliamo di discariche abusive ne abbiamo ancora da “portare in tavola”. Grazie ai militari del NOEche hanno posto sotto sequestro una vasta area di circa 3.000 mq sita in provincia di Caserta dove tanta “monnezza” costituita da detriti provenienti da attività di demolizione edile, terre e rocce da scavo, ceramiche e molto altro giaceva in assoluto silenzio.

Nei giorni passati, tanti incendi tossici hanno contribuito a deteriorare il nostro territorio e l’aria che respiriamo. I rilievi degli organismi competenti misero in luce un livello molto alto di diossine sprigionate nell’aria a causa delle fiamme e dell’alta colonna di fumo nero che si innalzava, “costringendo” così i sindaci dei paesi coinvolti ad invitare i cittadini a non uscire di casa e a rivolgersi immediatamente ai medici in caso di difficoltà respiratorie. Ora ci domandiamo quanto inquinante ancora siano le nostre falde acquifere!

Cosa è andato a fuoco? Cosa è stato sepolto? Sicuramente l’ennesima discarica abusiva, l’ennesimo rogo di rifiuti non smaltiti legalmente, sicuramente l’ennesima faccenda sulle quali le inchieste delle Dda hanno svelato a più riprese gli interessi della criminalità organizzata, oppure non c’è nessun colpevole perché il tutto causato dal nulla!?

In tutti i casi, a farne le spese siamo stati noi cittadini, soprattutto i più indifesi come anziani, malati e bambini, costretti a respirare, loro malgrado, aria avvelenata da persone senza scrupoli e bere l’acqua che, con il nostro silenzio, abbiamo inquinato e quindi, indipendentemente dalle responsabilità dei singoli episodi, questi attentati contro l’ambiente e la salute umana si possono evitare?

E’ il caso, ad esempio di Airola dove i militari della Guardia di finanza e del Noe hanno agito nei confronti di due aziende: nei guai per evasione fiscale la ‘Ecologia Falzarano’, reati di inquinamento ambientale per la ‘Izzo Pelli’. Nel primo caso parliamo di un’azienda attiva nel settore rifiuti, e il sequestro per circa nove milioni di euro, nei confronti della società, dei suoi amministratori di diritto e di fatto e dei loro beni personali. Accertato anche che l’Ecologia Falzarano, operante nel settore dei rifiuti in numerosi comuni della Campania, della Calabria, della Puglia e anche della Basilicata, con appalti per un valore di decine di milioni di euro, era da diversi anni amministrata di fatto da due persone completamente estranee al complesso aziendale, usando il cosiddetto prestanome in quanto nome non aggredibile patrimonialmente, essendo nullatenente”.

Probabilmente se le amministrazioni locali, con il prezioso ausilio delle polizie municipali, si prendessero la briga di controllare cosa viene stoccato (soprattutto illecitamente) sul proprio territorio, verificassero cosa accade nei capannoni abbandonati, mettessero davanti gli interessi delle future generazioni o, più semplicemente, perseguissero con più costanza anche i reati ambientali più “piccoli” – chi abbandona materassi o pneumatici  in strade di campagna non è meno criminale degli altri – sarebbe già un primo passo, e l’ambiente e i cittadini ringrazierebbero. Perché se la monnezza è oro, la salute di più!

Credits: FOTO DA www.ottopagine.it

Il Presidio di Libera Valle Caudina e Valle Telesina “Delcogliano-Iermano”