Inizialmente nato come ‘Canto degli Italiani’, debuttò in occasione di una commemorazione di una rivolta di quartiere a Genova
Goffredo Mameli fu un patriota genovese che morì soltanto ventunenne combattendo in difesa della Repubblica Romana, nata dopo i moti rivoluzionari del 1848. Fu grazie a lui che il 10 dicembre 1847, a Genova, vi fu il debutto del Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli, in occasione di una commemorazione della rivolta del quartiere di Portoria contro gli occupanti asburgici durante la guerra di successione austriaca.
Durante il Risorgimento l’inno ebbe maggiore e notevole notorietà: venne, infatti, eseguito in occasione delle Cinque giornate di Milano, per la promulgazione dello Statuto Albertino e per celebrare la nascita della Repubblica Romana di Giuseppe Mazzini.
Con l’Unità d’Italia fu la Marcia Reale di Casa Savoia a diventare l’inno ufficiale, e tale restò fino alla nascita della Repubblica, il 2 giugno 1946. Pochi mesi dopo, Il 12 ottobre 1946, l’Italia adottò provvisoriamente l’inno di Mameli su iniziativa del Ministro della Guerra Cipriano Facchinetti.
L’ufficializzazione dell’inno di Mameli arrivò dopo molti anni e dopo vari tentativi da parte delle istituzioni di inserirlo nella Costituzione e renderlo inno nazionale ufficiale, e soltanto nel 2012 fu promulgata una legge che prevede che esso venga insegnato nelle scuole, al fine di promuovere il senso di cittadinanza tra gli studenti. In seguito, la legge nr 181 del 4 dicembre 2017 diede al Canto degli italiani lo status di Inno nazionale de iure.
Giornalista