Accadde oggi: 10 febbraio 1986, Falcone e Borsellino contro Cosa nostra

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Il 10 febbraio 1986 Palermo diventò protagonista di una maxi azione contro Cosa nostra. Era una fredda mattina d’inverno e si aprì il più grande processo penale del mondo, per mano dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che avevano cesellato 750 mila pagine d’accusa nei confronti di 474 imputati, con circa 200 avvocati difensori. Si trattava di reati fra cui omicidio, traffico di stupefacenti, estorsione, associazione mafiosa e altri crimini. Palermo si trasformò: accanto all’antico carcere dell’Ucciardone, in zona portuale, nacque l’aula bunker che per 638 giorni processò la Cupola. Era chiamato maxiprocesso e i cosiddetti “garantisti”, molti dei quali nemici di Falcone e Borsellino, lo definirono un mostro giuridico, attaccandone l’impostazione dei magistrati.

Si è trattato del più grande processo alla criminalità organizzata mai tenuto in Italia. Il processo di primo grado si concluse con pesanti condanne: 19 ergastoli e pene detentive per un totale di 2665 anni di reclusione. Dopo un articolato iter processuale tali condanne furono poi quasi tutte confermate dalla Cassazione