Accadde oggi: 10 gennaio 49 a.C., “Alea iacta est!”, Giulio Cesare varca il Rubicone

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Il 10 gennaio 49 a.C. era la mattina di un freddo, freddissimo inverno e Giulio Cesare, raggiunte le sue coorti, attraversò il Rubicone a poca distanza da Rimini, la romana Ariminum. Secondo la tradizione, fu poco prima del leggendario passaggio che pronunciò una delle sue più celeberrime locuzioni: “alea iacta est“, “il dado è tratto”, dando inizio alla.guerra civile con Pompeo e alla successiva ascesa al potere della famiglia Giulio Claudia. “Alea iacta est” è certamente una delle più famose frasi latine che conosciamo, attribuita a Cesare da Svetonio. Nell’ordinamento romano, era definito pomerium la linea di confine sacro che separava Roma dal resto del mondo. In principio, esso era quella linea tracciata coi buoi da Romolo e Remo che poi, secondo tradizione, coincise con le cosiddette Mura di Servio Tullio. Nel periodo delle guerre civili, invece, il pomerium includeva tutta quella parte della penisola italica posta a sud dei fiumi Magra e Rubicone. Una volta varcato il pomerium, gli stessi littori dovevano rimuovere la scure dal fascio littorio: era vietato infatti entrare con qualunque tipo di arma nell’Urbe.

Sono diversi i comuni che si contendono la localizzazione del luogo in cui Cesare sarebbe passato: uno di questi è Savignano sul Rubicone in cui un ponte e una statua al condottiero romano indicherebbero il luogo in cui avvenne il famosissimo passaggio. Non si hanno molti elementi che ci permettano di stabilire con certezza che il fiume attualmente denominato Rubicone coincida con il corso d’acqua dei fatti di Giulio Cesare. I dati che si posseggono ci dicono che esso scorreva fra Rimini e Cesena. In epoca romana il Rubicone segnò per un certo periodo, ossia l’epoca tardo-repubblicana, il confine fra l’Italia, considerata parte integrale del territorio di Roma, e la provincia della Gallia Cisalpina ed era quindi vietato ai generali di passarlo in armi. In quella rigidissima mattina di gennaio Cesare lo attraversò, in testa al suo esercito. Il nome proprio Rubicone è entrato in alcune lingue, come l’inglese, col significato di “punto di non ritorno”.