Accadde oggi: 11 gennaio, il doloroso addio a Fabrizio De André

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Sono passati ventisei anni, ma la sua opera e il suo pensiero rimangono intatti nella sfida del tempo rinnovandosi nel passaggio tra le generazioni

L’11 gennaio 1999, alle 2:30, nel cuore della notte, si spense all’Istituto dei Tumori di Milano Fabrizio De André, assistito dalla moglie Dori Ghezzi e dalla figlia Luvi. Renzo Arbore, alla notizia della sua morte, lo definì “uno spartiacque fondamentale nella musica italiana, il primo a coniugare felicemente la semplicità della musica popolare con la raffinatezza dei testi”.
De André riuscì a rivolgersi senza mezzi termini e senza mediazioni a un pubblico in grado di apprezzarlo, soprattutto in virtù della costante semplicità delle melodie, come nel caso della Storia di Marinella, tutto basato su due soli accordi. Sono passati ventisei anni dalla scomparsa di Faber, ma la sua opera e il suo pensiero rimangono intatti nella sfida del tempo rinnovandosi nel passaggio tra le generazioni, come succede solo ai grandi autori, ai grandi poeti, ai grandi.

Figlio di genitori della borghesia agiata ma legati a una famiglia di solido patrimonio, De André è stato uno studente pigro fermatosi a due esami dalla laurea in legge e ha avuto tra i suoi amici di sempre Paolo Villaggio, Luigi Tenco, Gino Paoli: grandi nomi che hanno reso grande la storia della musica e del cinema.