Il 12 agosto 1981 avvenne la presentazione del primo personal computer da parte di IBM, il PC 5150, commercializzato dal settembre 1981 all’aprile 1982. Nel primo anno ne furono venduti 200 mila, un grande successo che, pochi mesi dopo il lancio, ne uscirono dei cloni, i famosi PC IBM compatibile. La denominazione PC IBM venne usata in seguito per indicare tutti i personal computer prodotti negli anni seguenti da IBM. L’IBM Personal Computer era un computer elettronico digitale basato sull’architettura di von Neumann, una macchina dotata di un microprocessore Intel e di un software MS-DOS prodotto dalla Microsoft. Nonostante pesasse 12 Kg e fosse di gran lunga meno potente e più caro dei PC odierni, fu un vero trionfo. Privo di mouse e disco fisso e dotato di supporto floppy o cassette, il nuovo dispositivo disponeva di un monitor in verde e nero e di una tastiera. Punto di forza era il sistema operativo MS-DOS (acronimo di MicroSoft – Disk Operating System), ideato l’anno prima da Bill Gates. Si trattò di una vera e propria rivoluzione sociale.
Inizialmente ne vennero prodotti pochi, perché si partì con l’idea di venderne un numero esiguo di esemplari, ma il successo andò oltre le aspettative dell’azienda, tanto che dopo un anno di vendita, il computer divenne un oggetto di uso comune, quasi indispensabile, raggiungendo il milione di vendite. Per abbassare i costi di fabbricazione del PC, l’IBM si avvalse di un insieme di componenti assemblati tra loro. Nello stesso periodo, facevano la loro comparsa altri due importanti strumenti: il telefono portatile e la rete web di Internet. Avversario storico della IBM è l’Apple di Steve Jobs, che qualche anno prima creò l’Apple 1, un personal computer utilizzabile da chiunque. Passarono tre anni e Steve Jobs inaugurò l’era tecnologica dei Mac, con il Macintosh 128k.
Giornalista