Nella notte del 13 agosto 1961 la famosa cortina di ferro di churcilliana memoria venne rafforzata da uno strumento incredibile, lungo 106 chilometri, certamente non in ferro, ma in calcestruzzo: il Muro di Berlino. In realtà oltre i due muri alti 3 metri e 60, con in mezzo una terra di nessuno, detta striscia della morte, c’era tutto un sistema di fortificazioni con altri impianti e recinti fortificati e filo spinato: 127,5 chilometri per oltre 300 torrette di guardia, fatto costruire dal governo della Germania dell’Est (Repubblica Democratica Tedesca) per impedire la libera circolazione delle persone tra Berlino Ovest (Repubblica Federale Tedesca) e il territorio della Germania Est. Un grande muro che divise in due la città di Berlino per 28 anni, fino al novembre del 1989, giorno in cui il governo tedesco -orientale decretò l’apertura delle frontiere con la Repubblica Federale. Durante questi anni, in accordo con i dati ufficiali, furono uccise dalla polizia di frontiera della DDR almeno 133 persone mentre cercavano di superare il muro verso Berlino Ovest. Alcuni studiosi, invece, sostengono che fossero più di 200 le persone uccise mentre cercavano di raggiungere Berlino Ovest o catturate e in seguito assassinate.
Inizialmente, i tentativi di fuga furono messi in atto con tecniche casalinghe, come il tentativo di passare con una macchina sportiva molto bassa sotto le barricate o gettandosi dalla finestra di un appartamento prospiciente il confine sperando di cadere nella parte giusta. Nel tempo si vide un’evoluzione delle tecniche di fuga, come la costruzione di lunghe gallerie o l’utilizzo di aerei ultraleggeri. Prevalgono, tra i morti del Muro, gli uomini, in particolare quelli molto giovani, che probabilmente hanno pagato lo scotto della loro audacia. Uno dei più noti tentativi falliti fu quello del diciottenne Peter Fechter, prima ferito da proiettili sparati dalle guardie di confine della DDR e poi lasciato morire dissanguato nella cosiddetta striscia della morte, davanti agli occhi di tutti i media. Il 9 novembre 1989, dopo diverse settimane di disordini pubblici, il Governo della Germania Est annunciò che le visite in Germania e Berlino Ovest sarebbero state permesse e cominciò una grande mobilitazione di cittadini che volevano raggiungere i loro cari. Per cui, nelle settimane successive piccole parti del muro furono demolite e portate via dalla folla e dai cercatori di souvenir; ancora oggi c’è un grande commercio dei piccoli frammenti di Muro. Con la caduta di questa possente struttura, si avviò il percorso di riunificazione tedesca che si concluse il 3 ottobre 1990. Il crollo del Muro è anche il simbolo della fine della Guerra Fredda che, sin dal 1947, vide contrapporsi le due superpotenze USA e URSS.
Giornalista