Il 14 aprile 2008 vi fu a vittoria del Pdl, con il trionfo di Silvio Berlusconi, tornato a Palazzo Chigi, e la vittoria della Lega con un aumento dei consensi fino a sfiorare il 9%. La dimensione del successo del Popolo delle Libertà, la coalizione del Cavaliere, apparve subito evidente, con la maggioranza sia alla Camera che al Senato, una maggioranza salda per governare. L’alleanza di centrodestra guadagnò il 47,3% dei voti al Senato contro il 38% ottenuto da Partito Democratico e Italia dei Valori. Silvio Berlusconi pronunciò parole di sana commozione, ma che manifestavano una certezza in quello che sarebbe stato il risultato poi ottenuto: “Sono commosso per il risultato elettorale che si profila e per la prova di fiducia che si profila. È un risultato che avevo previsto. Ho gradito gli auguri di Veltroni e ho già in testa la squadra di governo. Si potrebbe riesumare la bicamerale per le riforme, così come era stata impostata nel 1994”.
Un successo che vide una netta avanzata della Lega, e questo, in seguito, pesò molto nelle scelte di governo. Il successo del Carroccio ebbe i riscontri sperati e desiderati nell’Italia del Nord, in particolare nel Veneto, dove il dato indicava la Lega oltre il 22%, e nella Lombardia, dove addirittura sfondò il tetto del 25%. Più del doppio rispetto alle elezioni del 2006, quando la Lega aveva l’11,1%. Walter Veltroni vide infrangere i suoi sogni, ammettendo la sconfitta il segretario del Pd e, in serata chiama il Cavaliere dandogli atto della vittoria. Nel frattempo cominciò la fine della Sinistra Arcobaleno che non entrò in nessuna delle due camere: un tracollo per cui Fausto Bertinotti, alla guida della coalizione, nell’ammettere la sconfitta, annunciò di aver preso la decisione di lasciare la carriera da dirigente. Soddisfatto, invece, Antonio Di Pietro che vide raddoppiati i suoi voti, conquistando 28 seggi alla Camera e 14 al Senato, mentre l’Udc di Pier Ferdinando Casini si posizionò poco sotto il 6%, promettendo un’opposizione costruttiva. La nuova legislatura, segnalò un aumento della rappresentanza femminile che comunque rimase ben lontana dalla soglia della parità, nonostante quelle per la XVI Legislatura siano state le seconde elezioni dopo la modifica della Costituzione che ha stabilito l’obbligo per la Repubblica Italiana di promuovere le pari opportunità fra i sessi, anche in ambito politico.
Giornalista