È considerato il simbolo di libertà e dei diritti garantiti a tutti i cittadini americani dalla Costituzione e dalla “Carta dei diritti”, ed è un emblema di libertà personale e individuale. E fu proprio questa l’idea che ispirò il Congresso degli Stati Uniti d’America quando decise di adottare la celebre Stars and stripes, la bandiera a stelle e strisce che ancora oggi è il più importante segno identificativo degli States. Era il 14 giugno 1777. Inizialmente si ispirò alla bandiera della Compagnia inglese delle Indie Orientali, ma la versione iniziale comprendeva nel quadrante la bandiera del Regno Unito e di lato tredici strisce orizzontali, di cui sette rosse e sei bianche, numero che rappresentava quello delle colonie inglesi che si ribellarono alla madrepatria. La parte delle stripes, le strisce, restò invariata nel tempo, mentre dal 1787 venne utilizzato il quadrante blu punteggiato di stelle, il cui numero venne di volta in volta aggiornato con l’acquisizione di nuovi Stati.
L’ultima modifica si ebbe nel 1960, con l’ingresso delle Hawaii che portò a cinquanta il numero degli Stati della confederazione. In base al Flag Act del 1818, si stabilì che ogni aggiornamento della bandiera venisse eseguito il 4 luglio a Filadelfia, ossia la città dove furono redatte la Dichiarazione d’indipendenza e la Costituzione degli Stati Uniti d’America. L’inno nazionale The Star-Spangled Banner, composto da Francis Scott Key, venne ispirato al significato e al disegno della bandiera a stelle e strisce. La bandiera americana sventolò in battaglia per la prima volta a Cooch’s Bridge, nel Maryland, il 3 settembre 1777 durante la guerra di indipendenza americana. Il disegnatore dell’attuale bandiera a 50 stelle è stato Robert G. Heft.
Giornalista