Il 15 luglio 1997 un ragazzo era lì ad aspettarlo. A South Beach, Gianni, come ogni mattina, si recò in edicola per comprare il giornale. Il giovane tirò fuori una pistola e gli sparò due colpi a sangue freddo, uccidendolo. Quel ragazzo squilibrato si chiamava Andrew Cunanan e Versace non era certamente la sua prima vittima. Poco dopo una telefonata alla sorella Donatella, e quando questa rispose a parlarle non era Gianni, ma qualcuno che la informò della sua uccisione. “È morto qualche minuto fa”, le dissero. Cunanan aveva già ucciso quattro persone, e l’aveva sempre scampata, cambiando continuamente identità. Anche Versace finì per essere una delle sue vittime, un uomo che Gianni aveva incontrato una sola volta, a un evento ufficiale, sette anni prima. Un proiettile giunto alle spalle gli trapassò il cranio e non gli venne data nemmeno la possibilità di difendersi. Poco più di una settimana dopo il delitto, Cunanan si tolse la vita sparandosi un colpo in bocca in una casa galleggiante. La morte di Gianni Versace, uno stilista partito dalla bottega di sartoria della mamma, a Reggio Calabria, colpì profondamente tutto il mondo della moda, e non solo.
Gianni sin da bambino mostrò una grande passione per la moda, lavorando nell’atelier della madre. Si trasferì a Milano, dove lavorò come disegnatore di abiti e iniziò proficue collaborazioni con fotografi e con numerosi teatri. Nel 1982 arrivò un grande riconoscimento, l’Occhio d’Oro come “migliore stilista 1982/83 collezione autunno/inverno donna”. Nel tempo riuscì a delineare uno stile personalissimo, la cui tipica caratteristica è l’inserimento, nei suoi modelli, di elementi metallici che diventarono un must have. Si lanciò, in seguito anche nel mercato dei profumi, e nel 1986 ricevette il titolo di Commendatore della Repubblica Italiana dall’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. I suoi modelli girarono il mondo nelle sfilate più importanti, conquistarono la critica e il favore dei grandi nomi della moda, da Parigi a New York, da Londra a Milano e i suoi abiti vennero indossati dalle più belle modelle di tutti i tempi, come Linda Evangelista, Naomi Campbell e Claudia Schiffer.
Giornalista