Accadde oggi: 17 agosto 2017, l’attentato terroristico di Barcellona

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Sono passati quattro anni dall’attentato avvenuto a Barcellona il 17 agosto 2017, uno degli attacchi terroristici più gravi che ha colpito la Spagna. Una strage dalle vaste proporzioni che colpì la Rambla cittadina, la strada principale della citta catalana, che vide morire sedici persone, tra i quali tre italiani, e più di 130 feriti. Erano le 16:50, la Rambla pullulava di turisti provenienti da ogni angolo del mondo, e nel frattempo Younes Abouyaaqoub fece irruzione nell’area pedonale con un camioncino bianco. Una corsa ad alta velocità, da Plaça Catalunya al Gran Teatre del Liceu, durante la quale investì i pedoni, fermandosi vicino al mosaico di Juan Mirò. Scoppiò il caos, e grazie a esso Abouyaaqoub riuscì a scappare verso il distretto universitario, ove aggredì un uomo su una Ford Focus, accoltellandolo a morte, caricandolo sul sedile posteriore e cominciando la fuga a bordo dell’auto. Un paio di ore dopo, Abouyaaqoub incontrò un posto di blocco sull’Avinguda Diagonal, ma non si fermò, speronando la macchina della polizia e ferendo un agente. Abbandonò l’auto una volta uscito da Barcellona, quando abbandonò il corpo del proprietario dell’auto e fece perdere le sue tracce.

Passarono poche ore e alle 21.30, una videocamera di sorveglianza di un negozio nella vicina cittadina di Cambrils registrò cinque persone intente a comprare armi da taglio. Poco dopo la mezzanotte, questi cercarono di travolgere i passanti a bordo di un’auto a Cambrils. Ma, schiantatisi contro un blocco della polizia, scesero dall’auto per aggredire passanti e agenti, con coltelli e machete. Tutti e cinque rimasero uccisi durante lo scontro, così come rimasero feriti sei civili e un poliziotto, e purtroppo una donna morì qualche ora dopo, a causa delle gravi ferite riportate. Intanto continuava la ricerca di Younes Abouyaaqoub, che aveva noleggiato il furgone col suo stesso nome, finché dopo una fuga di quattro giorni, fu rintracciato a Subirats. Fece resistenza, minacciando gli agenti con una cintura esplosiva finta e restò ucciso nel tentativo di arresto. L’Isis successivamente rivendicò l’attacco. Si seppe che i terroristi avrebbero voluto colpire la Sagrada Familia, simbolo della città catalana, ma l’esplosione nella notte precedente all’attacco sulla Rambla impedì la realizzazione del piano iniziale e convinse i terroristi ad agire diversamente.