
Con la nascita del Regno d’Italia, Vittorio Emanuele II assunse per sé e per i suoi successori il titolo di Re
“Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d’Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861″.
Il 17 marzo 1861 venne proclamata ufficialmente la nascita del Regno d’Italia; con l’approvazione della legge n. 4761, progetto presentato in Senato da Camillo Benso conte di Cavour, Vittorio Emanuele II assunse per sé e per i suoi successori il titolo di Re d’Italia. La discussione che precedette la votazione del testo di legge fu abbastanza animata e vide contrapposti i due schieramenti principali di quegli anni, moderati e democratici. Furono questi ultimi a chiedere che il sovrano assumesse come nome Vittorio Emanuele I, per rimarcare l’inizio di una nuova era e l’originalità dello Stato appena nato rispetto al vecchio Regno sabaudo.
Il dibattito fu lungo e controverso, ma alla fine riuscì a spuntarla Cavour e quel 17 marzo venne approvato il testo di legge che sanzionò la nascita del Regno d’Italia. Il numerale che seguiva il nome Vittorio Emanuele continuò a essere “secondo” come segno di continuità del sistema costituzionale e della dinastia di casa Savoia, che era stata la principale artefice dell’unificazione italiana.