“Un angelo caduto in volo”, avrebbe cantato Lucio Battisti ma in questo caso siamo lontani dalle sue melodie e dal pop italiano. Jeff Buckley, ormai, è per antonomasia l’angelo del rock che in questa giornata avrebbe compiuto 53 anni. Jeff e il suo canto graffiante, classico, in perfetta sospensione tra storia e vita, tra apollineo e dionisiaco. Figlio del cantautore Tim Buckley, riscosse in vita un grande successo che, però, come altre volte è accaduto (Elvis Presley, Jim Morrison, Kurt Cobain) è aumentato di gran lunga dopo il suo decesso avvenuto per annegamento il 29 maggio 1997.
Ascoltatore dei Led Zeppelin e grande fan dei Kiss, cominciò a suonare la chitarra acustica sin da quando era un bambino e a tredici anni ricevette in dono la sua prima chitarra elettrica nera, l’imitazione di una Gibson Les Paul. Dal jazz al progressive rock, salì sull’Olimpo della musica con il solo album Grace, consumato dai due artisti Robert Plant e Jimmy Page in cui la graffiante e superba cover di Leonard Cohen “Halleluja” conquistò vasto pubblico di ogni angolo del pianeta.
Una sera di maggio del 1997, mentre si stava dirigendo a bordo di un furgone presso gli studi di registrazione, passando lungo le rive del Wolf River, un affluente del Mississippi, chiese all’autista di fermarsi per fare un bagno. Quelle acque già in passato le aveva conosciute per le sue nuotate eppure, forse per la fretta, quel giorno vi si immerse tenendo addosso vestiti e stivali, nuotando mentre canticchiava il ritornello di “Whole Lotta Love” dei Led Zeppelin. Nello stesso momento un battello stava transitando, creando un gorgo che probabilmente risucchiò l’artista.
In un primo momento, i tentativi di ricerca della polizia risultarono vani e il corpo venne ritrovato solo il mattino del 4 giugno, avvistato da un passeggero del traghetto American Queen, impigliato tra i rami di un albero sotto il ponte di Beale Street, la via più importante di Memphis. Molto si è speculato sulla sua morte, come è spesso accaduto con altre celebrità dopo una drammatica fine. C’è chi ha parlato di suicidio, chi di droga, chi di alcool e chi di complotto, eppure l’autopsia non rilevò segni di sostanze atipiche o stupefacenti e fu reso ufficiale che si fosse trattato soltanto di un banalissimo incidente.
Giornalista