Accadde oggi: 17 settembre 1939, l’Armata Rossa invade la Polonia

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Il 17 settembre 1939 l’Armata Rossa di Stalin, agli ordini del maresciallo Mikhail Kovalov, varcò i confini bielorussi dando il via all’invasione per parte sovietica della Polonia. La Seconda guerra mondiale era cominciata da una decina di giorni con le dichiarazioni di guerra di Gran Bretagna e Francia alla Germania, la quale aveva respinto l’ultimatum di un immediato ritiro delle proprie truppe dai territori polacchi occupati. In ogni caso, non fu intimato ai sovietici di abbandonare il vastissimo territorio della Polonia orientale da loro sottomesso con la scusa di salvaguardare l’incolumità degli ucraini e dei bielorussi privati di rappresentanza governativa dopo il crollo della loro patria. Fatti terrificanti, catastrofici, distruttivi che parlano di decine di migliaia di polacchi deportati in Siberia, di angherie inaudite contro i patrioti polacchi e di migliaia di individui massacrati. In questo quadro di brutture si inserisce l’orrore delle fosse di Katyn.

Tratto da Wikipedia: “L’Armata Rossa (più formalmente Armata Rossa degli Operai e dei Contadini (in russo: Рабоче-крестьянская Красная армия?, Raboče-krest’janskaja Krasnaja armija in acronimo RKKA)) fu il nome dato alle forze armate russe dopo la disintegrazione delle forze zariste nel 1917. L’aggettivo ‘rossa’ fa riferimento al colore tradizionale del movimento socialista e comunista. L’Armata Rossa fu istituita su decreto del Consiglio dei commissari del popolo della RSFS Russa nel 1918 e divenne l’esercito dell’URSS al momento della fondazione dello Stato stesso, nel 1922. Lev Trockij, commissario del popolo per la guerra dal 1918 al 1924, ne è considerato il fondatore. L’Armata Rossa, guidata direttamente da Stalin con la collaborazione di vari generali, svolse una funzione decisiva durante la seconda guerra mondiale sconfiggendo in quattro anni di violente e sanguinose battaglie la grande maggioranza delle forze della Wehrmacht della Germania nazista e concludendo vittoriosamente il conflitto con la conquista di Berlino e Vienna. Durante le operazioni sul Fronte orientale, totalizzò il 75-80% delle vittime che la Wehrmacht e le Waffen-SS subirono durante la guerra. Nel suo periodo di massima espansione d’organico, nel 1943, l’Armata Rossa contava 10.5 milioni di effettivi tra ufficiali, sottufficiali e soldati ed era equipaggiata con migliaia di carri armati e cannoni moderni; le perdite per raggiungere la vittoria furono elevatissime: 11,2 milioni di soldati morti per cause di guerra nel periodo 1941–1945. A partire dal febbraio 1946, l’Armata Rossa, insieme alla Marina sovietica, incarnava la componente principale delle forze armate sovietiche; prendendo il nome ufficiale di Armata Sovietica (in russo: Советская Армия, traslitterato: Sovetskaja Armija, in sigla SA), fino alla sua dissoluzione nel dicembre 1991″.