Dopo una prima apparizione a Parigi che passò sotto silenzio, e dopo il rifiuto di molte case editrici di pubblicarlo, per via della sua scabrosa trama, il 18 agosto 1958 uscì negli Stati Uniti il romanzo Lolita dello scrittore russo Vladimir Nabokov, pubblicato dalla piccola casa editrice Putnam’s Sons. Un romanzo che fece gridare allo scandalo: protagonista è il professore di letteratura 37enne Humbert e la sua passione morbosa e intensa per la giovanissima dodicenne Dolores Haze, conosciuta con il diminutivo Lolita. Su tutti, il New York Times accusò Nabokov di pornografia. Critiche che, in ogni caso, non ostacolarono il grande successo di pubblico: furono, infatti, ben 100 mila le copie vendute in tre settimane, un primato raggiunto solo da Via col vento di Margaret Mitchell. Da quel momento, il termine lolita assunse il significato di piccola seduttrice o giovanissima sessualmente precoce e attraente.
Nabokov, emigrato dalla Russia bolscevica con moglie e figlio, e arrivato negli Usa senza un soldo, si ritrovò nel giro di pochissimo tempo ricco e famoso. Benché in diverse interviste rilasciate a orde di giornalisti curiosi, abbia sempre negato di aver attinto la storia dalle cronache, nel 2018 Sarah Weinman pubblicò il libro The Real Lolita asserendo che l’autore russo avesse preso spunto da un vero caso: nel giugno 1948 Florence Sally Horner, una ragazzina di 11 anni, fu rapita all’uscita di scuola a Camden, nel New Jersey, dopo essere stata ingannata da Frank La Salle, un cinquantenne che si fece passare per agente FBI. Fu tenuta prigioniera per diverso tempo, viaggiando in molti posti per ben 21 mesi attraverso gli USA, e fu ripetutamente abusata dall’uomo. Purtroppo, una volta tornata nella sua comunità, la vittima innocente ne uscì colpevolizzata come “prostituta”. Florence morì in un incidente stradale ad appena 15 anni.
Già nel 2005 il critico Alexander Dolinin ipotizzò che il prototipo della storia di Humbert e Lolita fosse proprio il caso Horner. Tuttavia, la scrittura de L’incantatore, il lavoro non pubblicato del 1939, vuole dimostrare che l’idea del molestatore e della sua giovane vittima fossero pensieri protagonisti nella mente di Nabokov molto prima del caso Horner. Nabokov, schiacciato dalla fama, si rifugiò nel 1959 in Svizzera, dove morì nel 1978. Nel frattempo, il romanzo Lolita divenne un best seller e un classico della letteratura americana. Sulla scia del successo del romanzo arrivò, nel 1962, la prima e più celebre trasposizione cinematografica firmata da Stanley Kubrick. In Italia il libro viene pubblicato per la prima volta nel 1959 da Mondadori.
Giornalista