Il 18 gennaio 1994, ventinove anni fa, nacque un nuovo movimento politico, Forza Italia, un partito che inizialmente apparve come un’entità astratta e poco promettente. Era un partito-non partito, figlio del marketing, nata dal ventre di Publitalia, un partito che dal primo momento affidò la sua comunicazione a un trust di televisioni private, guidato da uno dei più grandi imprenditori italiani. Qualcosa di nuovo, mai accaduto nel mondo. Forza Italia entrò subito nel cuore e nella fiducia degli italiani, si aggiudicò ben presto il 21% dei voti, vincendo le elezioni e portando il suo leader imprenditore alla guida del governo, assieme ad altri partiti dell’area di centrodestra, tra i quali Lega Nord, AN, CCD, avendo la meglio sull’Alleanza dei Progressisti di Occhetto. Fu l’inizio della Seconda Repubblica e la nascita di un nuovo modo di fare politica, ma soprattutto l’ascesa di una figura, quella di Silvio Berlusconi, destinata a diventare centrale nelle vicende italiane degli anni a venire.
Forza Italia, nome imponente e pieno di fiducia e speranza da parte degli italiani, nacque con la consapevolezza, o inconsapevolezza, di poter cambiare l’Italia e anche con facilità. Il primo governo Berlusconi durò pochi mesi, molto probabilmente il Cavaliere aveva sottovalutato fino alla fine che il Capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro, fosse un anti-berlusconiano doc, ma anche negli anni dell’opposizione, Forza Italia, grazie soprattutto alle immani capacità del suo leader, riuscì a dettare l’agenda politica: i governi dell’Ulivo si tenevano in piedi soprattutto per evitare che Berlusconi tornasse al potere, cosa che comunque accadde nel 2001, ma comunque con una Forza Italia diversa nonostante nel partito fosse rimasto uno spirito rivoluzionario, quasi di sberleffo nei confronti di quella Ue con cui i rapporti erano stati sempre complicati.
Quando il Cavaliere vinse per la terza volta le elezioni, nel 2008, Forza Italia si tramutò in Popolo della Libertà, unendosi con AN. Una fusione a freddo e non riuscita perfettamente, che indebolì il Pdl e quando il Cavaliere fu costretto a cedere il governo nel 2011, il suo partito era ormai ancora più indebolito e a dargli il colpo di grazia fu la condivisione delle politiche di austerità di Monti. Eppure il Pdl possedeva ancora forza organizzativa tanto che il partito di Forza Italia fu rifondato nel 2013. Nel 1998, il partito fu definito dal suo leader: “È un partito liberale ma non elitario, anzi un partito liberaldemocratico popolare; è un partito cattolico ma non confessionale; è un partito laico, ma non intollerante o laicista; è un partito nazionale ma non centralista”. Un partito nuovo, senza legami diretti con la Prima Repubblica e legittimo erede delle migliori tradizioni politiche italiane, ma comunque un partito essenzialmente accentrato sulla figura del suo leader.
Giornalista