Accadde oggi: 18 maggio 1198, Federico II incoronato Re di Sicilia

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Lui era lo Stupore del mondo, figlio di Enrico VI di Svevia e di Costanza d’Altavilla che ereditò dal nonno Federico Barbarossa il suo nome, proprio perché sarebbe stato l’erede e la futura guida dei popoli germanici. Alla morte di Enrico VI, nel 1197, il potere passò alla moglie Costanza che pochi mesi dopo, il 18 maggio 1198, incoronò il figlio Federico I Re di Sicilia, ponendolo sotto la tutela di Papa Innocenzo III. Fu così che ebbe inizio il periodo svevo per il regno siciliano. Nel 1210 Federico, compiuti sedici anni, divenne maggiorenne e finì così il periodo della tutela papale. Palermo divenne il principale e rigoglioso centro del Regno che comprendeva la Sicilia e l’Italia meridionale, in cui imperversava una culturale molto fiorente. La Scuola poetica siciliana ebbe la sua massima espressione proprio durante il regno di Federico II. Federico fu un apprezzabile letterato, carismatico e scomodo, colto e spietato, protettore di artisti e studiosi: la sua corte fu fervida e prolifica come fucina di cultura, luogo di incontro fra il sapere greco, latino, germanico, arabo ed ebraico, studioso egli stesso della cultura islamica. Fu un uomo molto colto ed energico, fu poeta e scienziato. Si trattava di un movimento culturale che anticipava di un secolo la Scuola fiorentina, il cui merito fu di aver introdotto il sonetto nella poesia lirica.

Federico, nel 1224, fondò a Napoli la più antica università laica e statale del mondo, l’Alma Mater che porta il suo nome, nel cui ateneo si formarono i maggiori funzionari del Regno. Il sovrano contribuì anche allo sviluppo della scuola medica salernitana, la più importante istituzione medica europea nel Medioevo. Federico II tentò di concentrare il potere statale indebolendo i feudatari locali, con un progetto che prevedeva dunque la nascita di uno Stato centralizzato e burocratico, antesignano degli Stati moderni. Nel 1289 ottenne la carica di Re di Gerusalemme dal sovrano d’Egitto, ma il Papa gli mosse contro crociata per essersi accordato con un infedele e negli anni successivi continuarono i suoi scontri con il Papato e i Comuni. Morì nel 1250, e nei secoli successivi venne ricordato con il soprannome di Stupor mundi, meraviglia del mondo, Sovrano illuminato capace di rinvigorire la vita politica, amministrativa e culturale del Regno di Sicilia. Fu conosciuto anche come puer Apuliae, fanciullo di Puglia. Federico II era molto amato e apprezzato per la sua personalità poliedrica e affascinante che ha rapito l’attenzione degli storici e del popolo, dando vita anche a una lunga serie di miti e leggende popolari. Uomo dal carisma fuori dal comune al punto che quando morì, il figlio Manfredi, futuro re di Sicilia, in una lettera indirizzata al fratello Corrado IV scrisse tali parole: “Il sole del mondo si è addormentato, lui che brillava sui popoli, il sole dei giusti, l’asilo della pace”. L’Impero finì con la sua morte ma rimanere memorabilis posteris, lasciare un segno indelebile, fu la sua più grande ambizione. E più di ciò che è stato non avrebbe potuto desiderare