Accadde oggi: 19 febbraio 683 d.C., muore San Barbato, apostolo del Sannio

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“San Barbato da Roma venivatre parm’ e’ musso e sette parm’ e barbatre signurine davanti ha trovato e s’hanno fatto la risa e l’hanno beffato. ‘Voi vi fate la risa e la beffa? Lu pilo de lo capo int’a la zizza se ne possa andare e come umane voi non avite allattare’”.

Si tratta dell’inizio di una tradizionale filastrocca riportata da Paola Caruso nel suo libro Santi Spiriti Streghe (Ed. Realtà Sannita – Benevento 2001). Castelvenere, il piccolo borgo dell’entroterra beneventano, custode dei vigneti tra i più famosi d’Italia, è il paese di origine di un santo sannita, San Barbato, del quale, però, non si hanno molte notizie certe. IEd è proprio in questa giornata che la Chiesa Cattolica ricorda e festeggia San Barbato di Castelvenere, l’apostolo del Sannio, vescovo di Benevento, morto il 19 febbraio 683, dall’incrollabile fede e dall’immenso desiderio di aiutare il prossimo. Sono poche le notizie certe sul Santo, dovrebbe essere nato intorno al 602 d.C. a Castelvenere, piccolo borgo del beneventano. Le prime notizie certe della sua vita si hanno da quando diventò vescovo della città di Benevento, nel 664. I principali meriti di San Barbato furono quelli di avere una certa importanza e incidenza da un punto di vista etico, culturale e religioso su tutta la comunità dell’Italia Meridionale che in quel periodo era sicuramente in una situazione critica. Egli, infatti, riuscì nell’impresa di ristrutturare tutta l’organizzazione delle diocesi, ottenendo risultati straordinari, e diede una nuova disciplina alle parrocchie, facendosi carico lui stesso della gestione di alcune di esse che sembravano procedere in maniera sregolata, come quella di Telesia. Nel 668 unì la diocesi beneventana con quella di Monte Sant’Angelo, sul promontorio del Gargano, formando una sorta di metropoli della quale lui fu guida per oltre diciotto anni.

Tra le principali opere di San Barbato c’è senza ombra di dubbio la vicenda che lo vedeva in grado di convertire i Longobardi al Cristianesimo. I Longobardi, infatti, benché fossero battezzati, adoravano ancora gli idoli come la vipera d’oro e gli alberi sacri. Ove fu tagliato il Noce delle streghe, il Santo fece erigere un tempio con il nome di S. Maria in Voto. Le reliquie di San Barbato si trovano in parte nel Santuario di Montevergine in provincia di Avellino, e in parte nel Duomo della città di Benevento. San Barbato è patrono di diverse città, tra cui Benevento e Castelvenere, città natale, nella cui giornata di ricorrenza si svolge la tradizionale “Festa del Tuono”, gara pirotecnica fra tre abili fuochisti.