Accadde oggi: 20 dicembre, le fiabe dei fratelli Grimm

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Storie che sono un vero e proprio dipinto del paesaggio del tempo in cui prendono vita elementi fantastici come il bosco, il lupo, la strega malvagia

“Forse è arrivato proprio il momento di mettere le fiabe per iscritto; coloro che devono tramandarle, infatti, si fanno sempre più rari […]“ Queste parole sono tratte dalla prefazione delle Kinder – und Hausmärchen, o Fiabe, la più famosa raccolta di favole al mondo, pubblicata per la prima volta il 20 dicembre 1812.
I fratelli Jacob e Wilhelm Grimm, nati entrambi in una cittadina tedesca dell’Assia, raccolsero più di 200 testi provenienti dalle tradizioni orali e scritte e le loro Fiabe rappresentano, a livello universale, la collezione classica delle favole della letteratura mondiale. È il libro più letto e diffuso al mondo ed è stato tradotto in oltre 160 lingue e dialetti di tutti i continenti.
Nella prefazione alle Fiabe, i fratelli Grimm ci dicono anche che, “[per quanto riguarda il modo in cui [hanno] condotto la raccolta, [sono stati] guidati [da] fedeltà e verità. Nulla di [loro], infatti, [hanno] aggiunto, nessun abbellimento apportato a situazioni o tratti di queste favole, bensì [hanno] riportato il loro contenuto tale e quale l’aveva[no] ascoltato […]“. Si tratta di un’antologia di fiabe raccolte tra il 1812 e il 1815.

Le fiabe sono un vero e proprio dipinto del paesaggio del tempo in cui presero vita elementi fantastici come il bosco, il lupo, la strega malvagia. Cenerentola, Biancaneve, Raperonzolo, Cappuccetto Rosso, il gatto con gli stivali sono solo alcuni dei personaggi che hanno accompagnato l’infanzia di intere generazioni e inizialmente nelle loro storie si trovavano goblin, troll, lupi, streghe e tanto sangue, ambientate in luoghi oscuri e tenebrosi. Il male era dappertutto: oltre il bosco ad aspettare Cappuccetto Rosso, nella casa delle leccornie di Hansel e Gretel, nella torre che imprigionò Raperonzolo. Storie che ci raccontano che per arrivare al bene e al “vissero tutti felici e contenti” bisogna soffrire e sopportare qualsiasi cosa.