Il 20 maggio del 325 d.C. fu il giorno di apertura del primo concilio ecumenico della storia della cristianità: il concilio di Nicea. Nicea era una località sul mar di Marmara e qui venne coinvocato questo Consiglio dall’imperatore Costantino per tentare di riportare verso un’unità dogmatica le varie correnti cristiane che si stavano sviluppando nei primi secoli, soprattutto in Oriente. La più temuta fra queste fu, senz’altro, quella eretica ariana, che prendeva il nome da Ario, il presbitero berbero che negava la natura divina del figlio di Dio. Costantino sentiva la necessità di mettere ordine perché la chiesa cristiana stava diventando un pilastro portante nell’immenso Impero Romano, e l’imperatore desiderava creare una nuova unità fra quei popoli così diversi e vasti che spesso avevano come unica caratteristica comune di essere assoggettati a Roma. L’imperatore voleva unicamente stabilire la pace religiosa. Il concilio metteva al bando l’arianesimo, era il concilio del Credo, la confessione di fede comune a pressoché tutti i cristiani, che contiene la formula del figlio di Dio “generato, non creato, della stessa sostanza del Padre”.
Si stabilì esplicitamente la dottrina dell’homooùsion, cioè della consustanzialità del Padre e del Figlio, negando che il Figlio fosse creato (genitum, non factum), e che la sua esistenza fosse posteriore al Padre (ante omnia saecula). In questo modo, l’arianesimo venne negato in tutti i suoi aspetti. Inoltre, venne ribadita l’incarnazione, la morte e la resurrezione di Cristo, in contrasto alle dottrine gnostiche che arrivavano a negare la crocifissione. Si dichiarava la nascita virginale di Gesù (nacque da Maria Vergine – cfr. Vangelo secondo Matteo 1,18 e 25, e Vangelo secondo Luca 1,34–35). E si anatematizzavano i sostenitori di certe affermazioni ariane (Coloro che dicono: “C’era (un tempo) quando (Gesù) non c’era”, e: “Prima di essere generato non c’era”, e che dal non essente fu generato o da un’altra persona o essenza dicono essere o creato, o trasformabile o mutevole il Figlio di Dio). Un’ulteriore decisione del concilio fu stabilire una data per la Pasqua, la festa principale della cristianità. Il concilio stabilì che la Pasqua si festeggiasse la prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera, in modo quindi indipendente dalla Pasqua ebraica, stabilita in base al calendario ebraico. Costantino invitò tutti i 1.800 vescovi della Chiesa cristiana (circa 1.000 in Oriente e 800 in Occidente). Tuttavia, solo un numero fra 250 e 320 vescovi furono in grado di partecipare.
Giornalista