Accadde oggi: 20 marzo, nasce Publio Ovidio Nasone, poeta dell’amore

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Il suo stile fu imitato da artisti come Dante, Petrarca, Boccaccio, Ariosto, Shakespeare, Marino, D’Annunzio, Chaucer

Publius Ovidius Naso, noto anche semplicemente come Ovidio, poeta romano tra i maggiori elegiaci, nacque a Sulmona il 20 marzo del 43 a.C., da una famiglia molto facoltosa, appartenente alla classe equestre. Aveva 12 anni quando si recò a Roma con il fratello Lucio, in seguito morto prematuramente, per completare gli studi. Frequentò lezioni di grammatica e retorica presso i più insigni maestri della capitale, in particolare Marco Aurelio Fusco e Marco Porcio Latrone. Il padre avrebbe desiderato che diventasse oratore, ma sin da giovanissimo Ovidio si sentì maggiormente portato per la poesia. Quando raggiunse Atene, meta culturale da ormai un secolo, approfittò del viaggio di ritorno per visitare le città dell’Asia Minore, l’Egitto, soggiornando in Sicilia per un anno.

La produzione di Ovidio è vastissima e comprende varie opere di carattere amoroso come gli Amores , le Heroides, l’Ars Amatoria, i Remedia Amores, di argomento mitologico come le Metamorfosi e i Fasti, di carattere personale come i Tristia e le Epistulae ex Ponto scritte in esilio per impietosire Augusto e cercare invano di ottenere la revoca del grave provvedimento. La fama di Ovidio fu grande in vita quanto nel corso dei secoli successivi, ne hanno ripreso i temi e imitato lo stile, tra gli altri, Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio, Ludovico Ariosto, William Shakespeare, Giambattista Marino, Gabriele D’Annunzio, Geoffrey Chaucer. Inoltre, le sue Metamorfosi hanno offerto spunti a pittori e scultori italiani ed europei.