Il 22 agosto 1864, 157 anni fa, venne firmata, da sedici Stati europei, la Prima “Convenzione di Ginevra per il miglioramento delle condizioni dei feriti delle forze armate in campagna”, un documento che, ispirandosi alle idee di Henry Dunant, che vide di persona le sofferenze dei 40 mila soldati feriti durante la sanguinosa battaglia che contrappose l’esercito Franco-Piemontese e quello Austriaco nei pressi di Solferino, gettò le basi del diritto internazionale umanitario contemporaneo, stabilendo regole universali per la protezione delle vittime dei conflitti, l’obbligo di estendere cure a militari e feriti, senza alcuna discriminazione di ogni genere. Dunant, sulla sua esperienza, scrisse un libro, Un Souvenir de Solférino, nel quali sono elencati gli orrori cui aveva assistito, e proprio per questo chiese la fondazione di un corpo civile volontario di soccorso, che si prendesse cura dei feriti in battaglia.
Nel Convegno di Ginevra del 1863, la Società Ginevrina per il Benessere Pubblico accolse il suo appello e creò un comitato di cinque persone, che divenne noto come il Comitato Internazionale della Croce Rossa. La conferenza approvò anche l’emblema: una croce rossa in campo bianco (gli stessi colori della bandiera svizzera, ma invertendo lo sfondo con il primo piano), come simbolo protettivo per coloro i quali portavano soccorso ai feriti. La protezione veniva estesa a edifici e mezzi contrassegnati con il simbolo della Croce Rossa. Garanzia e guida delle azioni sono i sette Principi Fondamentali del Movimento Internazionale di Croce Rossa, che ne costituiscono lo spirito e l’etica: Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontariato, Unità e Universalità. Oggi la Croce Rossa è la maggiore organizzazione umanitaria del mondo, sempre al fianco dei più vulnerabili, fragili, in difesa delle pari opportunità e delle politiche di genere, e in prima linea nella difesa dei diritti fondamentali dell’essere umano.
Giornalista