22 giugno 776 a.C.: a Olimpia si aprì la prima Olimpiade, quella dell’era antica, almeno questa è la data più accreditata. Olimpia era una città greca del Peloponneso centrale non molto distante dalla costa occidentale. Durante queste manifestazioni sportive le guerre erano sospese da una tregua olimpica, durante la quale era assolutamente proibito introdurre alcun tipo di arma o svolgere gesti violenti. Non è casuale il fatto che l’inaugurazione fosse avvenuta proprio il giorno dopo il solstizio d’estate, quando in Grecia si tenevano le feste del Dio Apollo: queste gare, infatti, erano vissuto come un rito, in onore di Zeus, re degli Dei. La prima edizione vide una sola gara di corsa, nello stadion, un vero e proprio edificio, abbastanza grande, con una pista larga circa 29 m, che conteneva venti concorrenti, la cui gara consisteva essenzialmente in uno sprint su un rettilineo di 192.28 metri. La gara aveva inizio con uno squillo di tromba, e dei giudici, gli agonothetes, erano ai blocchi di partenza, per assicurarsi che non ci fossero false partenze, e sulla linea di arrivo per stabilire il vincitore e accertarsi che nessuno avesse barato. Qualora i giudici decidevano per un pari merito, la gara veniva disputata nuovamente.
Si correva sulla sabbia e sia la linea di partenza che quella di arrivo erano contrassegnate da soglie di pietra. I corridori partivano in posizione eretta, con le braccia stese in avanti. Negli anni successivi, le gare aumentarono di numero. Si aggiunsero anche gare di poesia, canto, letteratura e trombette! I vincitori ricevevano una corona d’alloro, o di prezzemolo, sedano, quercia o palma! Si trattava di una vera festa pagana, che si teneva ogni quattro anni, in onore dellinizio dell’estate. Le competizioni erano le seguenti: Stadion, gara di corsa su rettilineo di 192,28 metri; Diaulos, doppio stadion, gara di corsa di circa 370 metri; Dolichos, corsa di resistenza di circa 4440 metri, Pugilato, Lotta libera, Pentathlon (salto in lungo, tiro del giavellotto, lancio del disco, corsa, lotta); Hoplitodromos, corsa con le armi; Gare equestri, corsa dei carri e dei cavalli; Lancio del disco e Salto con l’asta. La Chiesa e Teodosio I, ultimo Imperatore della romanità unita, proibirono, nel 393 d.C. il rito e i Giochi e li interruppero per sempre. Nel 426 d.C, l’imperatore cristiano Teodosio II ordinò la distruzione di tutti i templi pagani, inclusi i luoghi delle Olimpiadi. La statua di Zeus, modellata tra il 420 a.C. e il 410 a.C. da Fidia e nominata come una delle Sette Meraviglie del Mondo, posta nel recinto sacro di Olimpia, venne fatta trasportare a Costantinopoli e durante un incendio andò distrutta.
Le gare tacquero per sempre. Non così il mito che rimase vivo.
Giornalista