A Betlemme, nella Basilica della Natività, c’è una stella d’argento su cui è incisa la scritta: “Qui dalla Vergine Maria è nato Cristo Gesù”. Ma è davvero qui che il Salvatore è apparso sulla Terra, e chi erano i suoi genitori? In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Giuseppe, dalla città di Nazaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme, a sud di Gerusalemme: doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. A causa di questo censimento, Betlemme era affollata e Giuseppe e Maria, non trovando un posto in cui stare, furono costretti ad alloggiare in una stalla, ricovero di asini e di altri animali. Fu proprio lì che nacque Gesù. Maria lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, dove di solito si mette il foraggio per gli animali.
Fu davvero una notte straordinaria, un intenso bagliore avvolse un gruppo di pastori che si trovava nei campi e un angelo di Dio si rivolse ai pastori dicendo: “Non abbiate paura, perché, ecco, vi annuncio la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà. Oggi infatti nella città di Davide vi è nato un salvatore, che è Cristo il Signore. Questo sarà il segno per voi: troverete un bambino avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia“. Ecco che improvvisamente apparvero tanti altri angeli: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e sulla terra pace fra gli uomini che egli approva”!
Era il 25 dicembre o meglio, oggi è consuetudine crederlo. Nella zona di Betlemme, però, a dicembre piove, fa freddo e a volte nevica e difficilmente dei pastori e le loro greggi passerebbero la notte all’aperto in quel periodo dell’anno. Molti ritengono che Gesù nacque probabilmente in ottobre o comunque quando il clima era più mite ma storici e archeologi affermano l’alta probabilità che il Salvatore sia nato il 25 dicembre.
Nel 1947 un pastorello palestinese trovò una giara semisepolta in una grotta del deserto di Qumran, a pochi chilometri da Gerusalemme, in passato sede della comunità monastica degli esseni, che oltre all’ascetismo praticava la copiatura dei testi sacri appartenuti ai loro antenati israeliti. All’indomani della fortunata scoperta, archeologi di tutto il mondo avviarono una grande campagna di scavi nell’intera zona desertica, rinvenendo undici grotte che custodivano, da circa venti secoli, numerosi vasi e migliaia di manoscritti delle Sacre Scritture israelitiche, arrotolati e ben conservati. Tra questi importanti documenti, il Libro dei Giubilei, un testo del II secolo a. C. che ci ha permesso di conoscere, dopo quasi due millenni, le date in cui le classi sacerdotali di Israele officiavano al Tempio di Gerusalemme, ciclicamente da sabato a sabato, quindi sempre nello stesso periodo dell’anno. Zaccaria, padre di Giovanni Battista entrò nel Tempio nella settimana compresa tra il 23 e il 30 settembre. Il 23 settembre è il giorno in cui, secondo il vangelo di Luca, ricevette l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele, che gli comunicò che, nonostante la veneranda età, avrebbe avuto un figlio il cui nome sarebbe stato Giovanni. Questo vuol dire che il Precursore del Signore potrebbe essere nato intorno al 24 giugno, nove mesi circa dopo l’Annuncio dell’angelo, gli stessi giorni in cui la Chiesa commemora nel calendario liturgico, già dal I secolo, sia il giorno dell’Annunciazione a Zaccaria che la nascita di Giovanni. Maria potrebbe avere avuto la visita di Gabriele il 25 marzo.
Infatti, quando Maria si recò da sua cugina Elisabetta, subito dopo le parole dell’Arcangelo, per comunicare la notizia del concepimento di Gesù, l’evangelista dice che Elisabetta fosse al sesto mese di gravidanza. Se fu concepito il 25 marzo, la nascita di Gesù può essere ragionevolmente commemorata il 25 dicembre, giorno più, giorno meno.
I giudei, inoltre, distinguono tre tipi di greggi. Il primo, composto da sole pecore dalla lana bianca, considerate pure, un secondo gruppo formato da pecore la cui lana è in parte bianca, in parte nera e un terzo gruppo formato da pecore la cui lana è nera: questi ultimi animali, ritenuti impuri, non possono entrare né in città né nell’ovile, neppure dopo il tramonto, quindi sono costretti a restare all’aperto con i loro pastori sempre, di giorno e di notte, d’inverno e d’estate. I pastori facevano turni di guardia: fatto che appare comprensibile solo se la notte è lunga e fredda, proprio come quelle invernali. Per cui, i pastori e le greggi incontrati dagli angeli in quella santa notte a Betlemme appartengono al terzo gruppo, formato da sole pecore nere, impure e non casualmente scelte dall’angelo proprio perché Gesù si è subito schierato dalla parte dei più disagiati. Inoltre, nonostamte molte ipotesi secondo le quali si vorrebbe che Gesù fosse nato qualche anno prima o dopo l’anno zero, si continua a dare per buona la tesi del calendario di Dionigi, il fondatore dell’era cristiana, che stabilì che Gesù fosse nato 753 anni dopo la fondazione di Roma, e poco prima dell’anno 1 d. C. In conclusione, si afferma con facilità che la nascita di Gesù coincide con il 25 dicembre.
Giornalista