Accadde oggi: 26 agosto 1789, emanata la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino

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“Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune”.

Recita così il 1° articolo della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, che fu emanata dall’Assemblea costituente in risposta alle istanze del popolo francese, in favore di una società più equa, ispirata ai principi illuministi, il 26 agosto 1789. Un documento ideato su modello della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America del 1776 e rielaborato su un primo testo presentato dal marchese La Fayette, contenente i principi fondamentali che regolano il rapporto tra istituzioni e cittadini. Il primo principio per importanza è quello di uguaglianza di fronte alla giustizia, agli impieghi pubblici e al fisco, ponendo la parola fine ai privilegi e agli abusi delle classi più elevate. Altro diritto basilare è la libertà di pensiero, d’opinione, di stampa, d’espressione unitamente al diritto alla proprietà, ritenuta sacra e inviolabile.

Sei settimane dopo la presa della Bastiglia e sole tre settimane dopo l’abolizione del feudalesimo, la Dichiarazione attuò uno sconvolgimento radicale della società come mai era avvenuto nei secoli precedenti. Gran parte del contenuto della Dichiarazione confluì poi nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, adottata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Tale documento, nel tempo, ha ispirato numerose carte costituzionali e il suo contenuto ha rappresentato uno dei più alti riconoscimenti della libertà e dignità umana, con la sua proclamazione che ha dato origine alla definizione della Francia come “Patria dei diritti dell’Uomo“.