Aveva ventidue anni, Alberto Moravia, quando raccontò la sua prima storia complessa, passionale, contro una borghesia falsa e decadente, contro gli uomini senza alcun valore e senza nessun senso etico. Gli indifferenti, il romanzo di esordio di Alberto Moravia, uscì il 27 luglio 1929, e da questo complesso e affascinante romanzo è stato tratto un film con Claudia Cardinale, Rod Steiger e Tomas Millian, per la regia di Francesco Maselli. I protagonisti sono Carla e Michele Ardengo, i due giovani i1ncapaci di produrre affetto e di comprenderlo all’interno di un contesto colmo di noia e di declino. Siamo nel 1920, un intreccio tra amanti e tradimenti in una Roma stanca e disillusa che osserva con occhi lontani un fascismo che sta per arrivare. Un libro in cui Moravia riesce a rendere, con perfetto realismo, le meschinità e le ipocrisie di una società sdoppiata falsamente da ciò che ciascuno pensa e da ciò che viene detto in un clima di costante menzogna. I due giovani fratelli soffrono, ma si adattano passivamente mentre Leo, personaggio immune da qualsiasi remora o crisi di coscienza, è disposto con ogni mezzo a raggiungere i suoi scopi. Un personaggio che rispecchia, nella descrizione che ne fa Moravia, la sgradevolezza anche nei tratti fisici: coperto da precoce calvizie, rosso in volto, volgare.
Un romanzo con una prosa scarna, realistica e attenta alle cose, una vicenda scabrosa, forse motivo principale del grande successo del romanzo, oltre alla sincerità con cui Moravia riuscì a denunciare la vacuità morale della borghesia degli anni Venti e Trenta. L’indifferenza è il rifiuto di ogni problematica morale, così come lo sono l’incomunicabilità e il velleitarismo impotente di fronte a una vita concepita come destino da subire. Il romanzo è diviso in sedici capitoli scritti con il suddetto linguaggio essenziale, quasi scarno, proteso a mettere in evidenza l’ambiente entro il quale si muovono i personaggi e a rendere in modo chiaro i pensieri che attraversano loro la mente. Personaggi che sono lo specchio di una generazione di inetti, incapaci di accostarsi alla vita e di provare sincere passioni e molto vicini ai personaggi di Svevo e di Pirandello. Una generazione di indifferenti nei confronti della vita e delle emozioni.
Giornalista