Nel 1884, il poco più che ventenne Rinaldo Piaggio, decise di fondare l’omonima azienda, la rinomata Piaggio. Inizialmente, gli interessi del giovane genovese erano tutti rivolti alla realizzazione di arredamenti navali e solo in seguito si avvicinò al mondo dei motori per poi approdare nel settore aeronautico durante gli anni del conflitto mondiale. Nel dopoguerra, a causa dei grandi danni arrecati dalle forze alleate, fu necessaria non solo una ricostruzione degli stabilimenti produttivi ma anche una riconversione industriale. Fu cosi che Enrico Piaggio, figlio di Rinaldo, ebbe la grande intuizione di creare un prodotto accessibile alle masse che potesse motorizzare l’intero Paese.
Il primo prototipo venne denominato Paperino, in analogia alla Topolino, la prima macchina del popolo e anche per via della sua forma che comunque non convinse Enrico, il quale ordinò al progettista Corradino D’Ascanio di rivedere il progetto. Questi realizzò un mezzo con scocca portante dalla guida agevole e il cambio sul manubrio, e progettò una carrozzeria capace di proteggere il guidatore e una posizione di guida dalla seduta comoda e sicura. Una vera e propria rivoluzione nel panorama motoristico nazionale e internazionale, un mezzo di trasporto tanto pratico e maneggevole da essere apprezzato persino dalle donne.
Il 29 marzo 1946 era tutto pronto per la presentazione, mancava solo il nome. Fu lo stesso Enrico Piaggio a trovarlo, mentre guardava il prototipo esclamò: “Sembra una vespa”, per via del suono del motore e delle forme della carrozzeria che vista dall’alto la rendevano somigliante all’insetto. È invece priva di fondamento un’altra versione, secondo cui il termine Vespa equivarrebbe all’acronimo di Veicoli Economici Società Per Azioni (dato che la Piaggio fu una delle prime società per azioni in Italia). In seguito il termine Vespa divenne celebre, tanto da essere conosciuto in tutto il mondo ed essere oggi trattato separatamente dal resto dei marchi appartenenti al gruppo Piaggio. Fu così che nacque uno dei simboli più apprezzati nel mondo del Made in Italy, il resto è storia.
Giornalista