Accadde oggi: 29 settembre 1572, nasce Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio

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Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, nacque a Milano, da genitori originari di Caravaggio, il 29 settembre 1571. Si formò a Milano, presso la bottega del pittore Simone Peterzano, nella quale si ritrovò al cospetto con il realismo lombardo da un lato e con il rinascimento veneto dall’altro. Fu un esponente del manierismo lombardo e allievo di Tiziano, e risentì da giovane dell’influenza della scuola veneta, in particolare di Giorgione e Tintoretto. A vent’anni si trasferì a Roma, e fu lì che il Cavalier d’Arpino gli affidò l’esecuzione di quadri di genere, rappresentanti fiori o frutta, nature morte, genere disprezzato dagli accademici del tempo perché ritenuti soggetti inferiori rispetto a dipinti in cui venivano rappresentate figure umane, inventando un particolare repertorio con la raffigurazione di giovani presi dalla strada, messi in posa, accompagnati da cesti di frutta, calici e oggetti di vetro. Tra i primi dipinti dell’artista c’è il Bacchino malato, considerato un autoritratto eseguito nel periodo in cui fu ricoverato in ospedale per malaria. In seguito, si diede a soggetti popolareschi e musicali; esemplare è il Canestro di frutta, oggi a Milano alla Pinacoteca Ambrosiana, in cui rappresenta gli oggetti così come sono in realtà: la foglia secca, la mela bacata, senza cercare di abbellire la natura, ma rappresentandola naturalmente, così come appariva. La sua pittura era caratterizzata da un realismo drammatico, secondo la definizione di Giulio Carlo Argan, e da un rifiuto delle convenzioni, rinunciando al bello per raccontare la realtà, a volte cruda e terribile.

Tre sono i dipinti rappresentativi della sua personalità: la Vocazione di San Matteo, il Martirio di San Matteo e San Matteo e l’angelo. Con il primo diede  inizio alla poetica caravaggesca del rapporto luce-ombra che poi si sviluppò nelle opere successive. Nella Vocazione di San Matteo, infatti, il racconto è immerso nella realtà del tempo, con personaggi con abiti moderni, in cui la luce ha un effetto predominante, essendo l’elemento caratterizzante l’intera opera. Essa è soffusa, entra da una finestra fuori scena sulla sinistra illuminando il braccio del Cristo che emerge dall’ombra sulla destra. Il taglio della luce conduce l’occhio dello spettatore da destra verso sinistra, dal gruppo di personaggi al gesto di Cristo. Il carattere irruente gli procurò non pochi guai con la giustizia, andando incontro alla condanna a morte per un omicidio commesso nel corso di una rissa. Per sfuggire alla condanna girovagò tra Napoli, la Sicilia e Malta, lasciando in ogni luogo tracce preziose della sua impareggiabile e inarrivabile arte. Il suo stile artistico influenzò direttamente o indirettamente la pittura dei secoli successivi, costituendo la corrente del caravaggismo. Durante alcuni degli ultimi anni della sua vita si recò nella città di Napoli, e lì Merisi venne accolto come un innovatore e la sua attività riuscì a segnare il passaggio della pittura napoletana a forme più moderne. Qui non produsse solo pale d’altare ma anche quadri da cavalletto come un Davide con la testa di Golia importante perché raffigura un macabro autoritratto dell’artista nella testa mozzata di Golia (oggi alla Galleria Borghese di Roma e l’altro esposto al Kunsthistorisches Museum di Vienna), l’Incoronazione di spine e due oli su tela con Salomè con la testa del Battista (oggi alla National Gallery di Londra e Palazzo Reale di Madrid) di cui è andato perduto l’originale.

Famoso e ammirato in vita, Caravaggio fu quasi completamente dimenticato nei secoli successivi alla sua morte, quando i suoi detrattori ne denigrarono valore e memoria, a causa del suo intenso modo di rappresentare la realtà. Addirittura, un celebre pittore del Seicento, Nicolas Poussin, giunto a Roma quattordici anni dopo la morte di Caravaggio, lo apostrofò con tali parole: “Era venuto per distruggere la pittura“. Nella metà del XX secolo la validità della sua opera fu universalmente riconosciuta solo grazie al contributo di alcuni dei più importanti storici dell’arte del tempo, tra i quali spicca il fondamentale pensiero di Roberto Longhi, che mise in luce la sua importanza nello sviluppo dell’arte pittorica moderna e la profonda influenza di Caravaggio soprattutto sulla successiva pittura barocca.

Foto di copertina: La Flagellazione di Cristo, 1606 – 1607, olio su tela, Musée des Beaux-Arts, Rouen