Quando è davvero morto Gesù? Non sappiamo la data esatta, ma i Vangeli riportano alcuni elementi che potrebbero aiutarci. Matteo, nel suo Vangelo, al capitolo 27 e al verso 51, parla di un tremore della terra, di un terremoto. Dei geologi tedeschi hanno recentemente scoperto una cosa molto interessante: analizzando tre segmenti di materiale prelevato a Ein Gedi, sul Mar Morto, hanno scoperto come almeno due notevoli terremoti hanno colpito quella zona. Il primo, molto vasto e potente, nel 31 prima di Cristo, e il secondo che ha avuto luogo fra il 26 e il 36 dopo Cristo. Questo sarebbe avvenuto negli anni in cui Ponzio Pilato era procuratore della Giudea e nel periodo in cui è circoscritto il terremoto del Vangelo di Matteo.
Tutti i Vangeli e gli Annali di Tacito (XV, 44) concordano nel collocare la crocifissione quando Ponzio Pilato era procuratore della Giudea, quindi tra il 26 e il 36 dopo Cristo. Inoltre, i Vangeli collocano la crocifissione di venerdì e concordano sul fatto che Gesù morì alcune ore prima dell’inizio del sabato ebraico, che iniziava al tramonto del venerdì. Solo secondo il Vangelo di Marco, la crocifissione fu alle 9 di mattina. I sinottici (Matteo, Marco e Luca) indicano che Gesù sarebbe morto il 15 di Nisan, mentre Giovanni colloca la morte di Gesù apparentemente il 14 di Nisan. C’è poi un altro dato riportato dai vangeli sinottici: l’oscurità che ricoprì la terra al momento della morte di Gesù. Non ci furono eclissi di sole compatibili con gli altri dati, per cui si ipotizza che si tratti di un evento simbolico oppure di un improvviso innalzamento di polvere.
In ogni caso, tutti questi dati ci permettono di ipotizzare come date per la morte di Gesù: venerdì 7 aprile del 30 d.C. , o venerdì 3 aprile del 33 d.C. Il fatto che risulti un’eclissi di Luna il 3 aprile del 33 d.C, intorno alle 14.45 (l’ora della morte, secondo i Vangeli era l’ora nona romana, quindi intorno alle 15) farebbe propendere, al momento, per questa data. Secondo i ricercatori americani Alan e Mary Whanger, l’anno di morte di Gesù sarebbe da fissare al 30: questa supposizione in base ai loro studi sulla Sacra Sindone di Torino, che la tradizione cattolica ritiene essere il lenzuolo funebre di Gesù. Da un lato, questi studiosi ritengono di avere identificato sulla Sindone l’impronta di due monete coniate da Ponzio Pilato nell’anno 29: la morte di Gesù non sarebbe quindi anteriore a tale data. Dall’altro lato, ritengono che in Mesopotamia, tra il I e il III secolo, si sia sviluppato un canone artistico direttamente riconducibile all’immagine di Gesù sulla Sindone, che ne sarebbe stato il modello. Il primo esempio è un altorilievo raffigurante Zeus trovato nella città di Dura-Europos, risalente al 31 (anno in questo caso certo in quanto compare sull’iscrizione). Dura-Europos si trova sulla strada che collega Gerusalemme a Edessa, dove, secondo l’ipotesi di diversi storici, la Sindone sarebbe stata custodita nei primi secoli. Ora, dato che è improbabile che la Sindone, o una qualsiasi immagine copiata da essa, abbia raggiunto Dura-Europos in solo pochi mesi dalla morte di Gesù, si deve ritenere che quest’ultima sia avvenuta prima del 31; l’unica data possibile, in base alle considerazioni calendariali sopra esposte, sarebbe dunque quella del 7 aprile 30 d.C.
Giornalista