Il 3 marzo 1970 venne attuata la legge numero 20 del 2 febbraio dello stesso anno che istitutiva la novantaquattresima Provincia d’Italia. Era la provincia di Isernia e i cittadini dei comuni della Provincia e tutti gli schieramenti politici, si batterono per affermare un percorso di rinascita e progresso dopo i terribili eventi del secondo conflitto mondiale che così dolorosamente coinvolsero la popolazione isernina. Da quel momento l’Ente entrò effettivamente in funzione. Il decreto approvò lo scorporo della città di Isernia alla provincia di Campobasso, istituendo la nuova provincia molisana, con giurisdizione amministrativa sui 52 comuni dell’Alto Molise. Isernia, cittadina ricca di storia e tradizioni, acquisì così la sua autonomia. Il territorio della provincia di Isernia è chiamato anche Alto Molise e anticamente faceva parte della regione del Sannio Pentro.
La presenza dell’uomo in questi territori è antichissima, testimoniata dai reperti archeologici nel sito di Isernia La Pineta che fanno risalire insediamenti umani fin da circa 736.000 anni fa. Il territorio era occupato principalmente dai Sanniti Pentri e soltanto dopo le guerre sannitiche fu conquistato dai romani. Dopo l’adesione alla Lega Italica da parte dei sanniti, Isernia insieme a Bovianum, Venafro, Saepinum, fu la città più importante del territorio. Dopo la caduta dell’Impero romano, vi furono varie invasioni barbariche che saccheggiarono e invasero tutto il territorio, come quella dei Goti e dei Longobardi, mentre nel IX secolo, la città di Isernia fu attaccata saraceni che distrussero la città e l’abbazia di San Vincenzo al Volturno. Quindi, il territorio vide la nascita di diverse signorie feudali autonome come le contee di Venafro, Trivento, Bojano, Isernia. Con l’avvento dei Normanni, Isernia fu dichiarata terra regia, unica città ad avere tale riconoscimento.
Nel 1860 Isernia ospitò Vittorio Emanuele II di Savoia in viaggio per recarsi a Teano a incontrare Giuseppe Garibaldi, presso il Palazzo Cimorelli. Nel 1799, in occasione del tentativo di conquista del Regno di Napoli, i suoi abitanti fecero resistenza ai francesi, così come accadde in seguito nel 1860, nei confronti dei piemontesi. La provincia subì numerosi stragi da parte dell’esercito piemontese che, con il pretesto di combattere il brigantaggio, uccisero e impiccarono molti contadini e pastori e, a volte, le loro intere famiglie. L’Alto Molise è stato colpito più volte da terremoti, come nel 1805. Oltre alle distruzioni da cause naturali, vi furono anche molte distruzioni belliche, come i bombardamenti di Isernia, il 10 settembre 1943, di Venafro, il 15 marzo 1944 e di Pescopennataro. Nella zona delle Mainarde vi fu la Battaglia di Monte Marrone che vide la nascita dell’Esercito Italiano dal Corpo Italiano di Liberazione.
Il 19 settembre 1994, Oscar Luigi Scalfaro, allora Presidente della Repubblica, insignì la provincia con la Croce di Guerra al Valor Militare per le vittime e la resistenza in guerra contro i tedeschi nella Seconda guerra mondiale. Isernia, come buona parte dell’intera regione molisana, soffre del continuo spopolamento da parte dei suoi abitanti. La maggior parte dei comuni hanno una popolazione inferiore ai 1.000 abitanti e le uniche aree non soggette a questo fenomeno sono quelle poste nel settore sud-occidentale, tra i comuni di Isernia e Venafro. La provincia di Isernia è una delle province meno popolate ed estese d’Italia. Al momento della sua istituzione non furono poche le spaccature nella popolazione, e soprattutto nell’area venafrana, gli abitanti chiedevano con insistenza di essere annessi alla provincia di Caserta. La provincia ha quale emblema araldico l’unione degli stemmi delle sue quattro più grandi città rappresentati in un inquartato. Le quattro città sono Isernia, Agnone, Frosolone e Venafro.
Giornalista