Accadde oggi: 3 ottobre 1226, muore Francesco d’Assisi, il frate poverello

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Molti pensano che la sua morte sia avvenuta il 4 ottobre, ossia quando la Chiesa Cattolica lo celebra, ma Francesco d’Assisi morì la sera del 3 ottobre 1226. Quella sera Francesco si fece deporre nudo sulla nuda terra: fu spogliato della veste di sacco, la mano sinistra a coprire la ferita sul fianco destro, affinché nessuno la vedesse, come era avvenuto per le stimmate impresse sul suo corpo da quando le ricevette a La Verna nel 1224. Fece chiamare Giacoma dei Settesoli e le chiese, prima che fosse troppo tardi, di non dimenticare di portare con sé quei biscotti “boni e profumati” che più volte gli aveva preparato a Roma, i mostaccioli. In quei drammatici e intensi istanti Francesco si rivolse ai suoi amici più stretti. Così si rivolse a Frate Elia dice: “Ti benedico, o figlio, in tutto e per tutto; e come l’Altissimo, sotto la tua direzione, rese numerosi i miei fratelli e figlioli, così su te e in te li benedico tutti. In cielo e in terra ti benedica Dio, Re di tutte le cose. Ti benedico come posso e più di quanto è in mio potere, e quello che non posso fare io, lo faccia in te Colui che tutto può. Si ricordi Dio del tuo lavoro e della tua opera e ti riservi la tua mercede nel giorno della retribuzione dei giusti. Che tu possa trovare qualunque benedizione desideri e sia esaudita qualsiasi tua giusta domanda”. Il guardiano gli fece dono di una sua tonaca, dei calzoni e del berretto, ammonendolo in questo modo: “Te li do in prestito, per santa obbedienza! E perché ti sia chiaro che non puoi vantare su di essi nessun diritto, ti tolgo ogni potere di cederli ad altri”.

Officiò l’Ultima Cena e poi, rivolgendosi ancora ai frati, chiese di essere deposto di nuovo nudo sulla nuda terra, e di lasciarlo giacere dopo la sua morte “il tempo necessario a percorrere comodamente un miglio”. Chiese di essere sepolto sul Colle dell’Inferno, come un qualsiasi malfattore, quel Colle che un giorno si sarebbe chiamato Colle del Paradiso e lì sarebbe stata edificata la Basilica di San Francesco. Profondamente ascetico, Francesco era conosciuto anche come “il poverello d’Assisi” per via della sua scelta di spogliarsi di ogni bene materiale e condurre una vita minimale, in totale armonia di spirito; per questo motivo, la città di Assisi è assurta a simbolo di Pace. La canonizzazione sarebbe stata una delle più rapide nella storia dei santi, soltanto due anni dopo la morte. Papa Gregorio IX, infatti, lo canonizzò il 16 luglio 1228, attraverso la bolla Mira circa nos. San Francesco è stato ed è tutt’oggi uno dei santi più amati dalla gente, specialmente per il suo spirito di umiltà e povertà.