Accadde oggi: 30 maggio 1431, bruciata al rogo Giovanna d’Arco

postato in: Accadde oggi | 0
Condividi articolo

Era una graziosa giovinetta di Domremy, la piccola tredicenne Giovanna d’Arc, quando cominciò a sentire voci celestiali, spesso accompagnate da un bagliore e dalla visione dell’Arcangelo Michele, Santa Caterina e Santa Margherita. Una volta, mentre pregava nella chiesa del suo villaggio, udì voci misteriose che la invitavano a liberare la Francia dominata in gran parte dagli Inglesi. Quattro anni dopo, nel parlare con il futuro re Carlo, la giovane mostrò di conoscere cose segretissime, che solo il cielo poteva averle rivelato. Il Delfino, inizialmente si mostrò diffidente, ma alla fine rimase convinto del fatto che la fanciulla fosse stata inviata da Dio e le affidò il comando delle truppe che assediavano Orléans, che in poco tempo riconquistarono quasi tutto il territorio francese. Giovanna divenne ben presto una figura centrale nelle armate francesi: indossava sempre vestiti da uomo, per poter cavalcare, ma anche per poter proteggere la sua femminilità e la sua verginità.

Era vestita da soldato, impugnava una spada e un bianco stendardo con raffigurato Dio benedicente, il fiordaliso francese e ai lati gli arcangeli Michele e Gabriele. Quando a Reims il Delfino venne incoronato re di Francia, si mostrò molto geloso della popolarità della giovane Giovanna, stipulando così una tregua con gli Inglesi. La fanciulla si convinse del fatto che tale tregua potesse annullare gli sforzi e le vittorie del suo esercito, per cui, sdegnata, riprese la lotta con pochi soldati rimasti al suo fianco. Durante un’imboscata, Giovanna cadde nelle mani del conte di Lussemburgo, che la consegnò agli Inglesi dietro un altisonante riscatto. Era necessario dimostrare che Giovanna, in realtà, fosse una strega, per poter dichiarare Carlo VII usurpatore, in quanto divenuto re in seguito a “diaboliche macchinazioni di un’eretica”. Soltanto i giudici ecclesiastici avevano l’autorità di imbastire un processo del genere. Il vescovo Cauchon si prestò senza alcuna remora a questo intrigo politico. Eppure, le illegalità del processo furono tali che Giovanna d’Arco ne rifiutò la legittimità e si appellò al papa.

L’eroica fanciulla, “pulzella d’Orléans” fu chiusa in un carcere militare, e non poté far giungere a Roma la sua voce e le sue grida, tanto che, a quel punto, si ebbe il trionfo dei suoi nemici che la condannarono al rogo. Un atroce supplizio che ebbe luogo a Rouen il 30 maggio 1431, quando la giovane Giovanna aveva solo 19 anni. Quel giorno nella cella di Giovanna due frati domenicani, Jean Toutmouillé e Martin Ladvenu entrarono per confessarla; quest’ultimo la ascoltò e le comunicò quale sorte era stata decretata per lei in quella giornata; nella sua ultima lamentazione, la Pulzella, vedendo entrare il vescovo Cauchon esclamò: “Vescovo, muoio per causa vostra”. In seguito, quando questi si fu allontanato, Giovanna chiese di ricevere l’eucaristia. Martin Ladvenu non seppe che cosa risponderle, poiché non era possibile a un eretico comunicarsi e chiese allo stesso Cauchon come dovesse comportarsi; questi, con grande sorpresa di tutti, rispose di somministrarle il sacramento.

Giovanna fu abbandonata nelle mani del boia Geoffroy Thérage, e venne condotta dove il legno era già pronto, di fronte a una folla numerosa riunitasi per l’occasione per assistere alla sua fine. Era vestita con un lungo abito bianco e scortata da circa 200 soldati, salì sino al palo dove fu incatenata: l’avrebbero fatta ardere viva. Giovanna, caduta in ginocchio, invocò Dio, la Vergine, l’Arcangelo Michele, Santa Caterina e Santa Margherita; domandò perdono a tutti e, nello stesso tempo, offrì perdono a tutti. Chiese una croce e un soldato inglese, impietosito, prese due rami secchi e li legò per formarne una. La ragazza la prese e la strinse al petto. Il fuoco salì veloce e Giovanna chiese dapprima dell’acqua benedetta, poi, investita dalle fiamme, gridò a gran voce: “Gesù!”. Morì bruciata a diciannove anni. Gli atti del processo vennero sottoposti a revisione tra il 1450 e il 1456, e quando si ebbe l’assoluzione dell’imputata, cominciò un inarrestabile processo di venerazione della coraggiosa Giovanna d’Arco, dalla fede pura e dal genuino amore per la giustizia e la verità, spinto fino all’estremo sacrificio. Giovanna d’Arco venne beatificata nel 1909 da Papa Pio X e canonizzata e proclamata santa patrona di Francia nel 1920 dal Papa benedetto XV. Tante sono le storie dei santi, tutte diverse le une dalle altre, tutte con le loro particolarità, ma quella di Santa Giovanna d’Arco è senz’altro tra le più straordinarie e incredibili. Giovanna era una ragazza, una giovane contadina e anche incolta, eppure si ritrovò alla testa di un esercito sconfiggendo un altro agguerrito esercito, abbattendo bastioni, incoronando un re e finendo sul rogo a soli diciannove anni.