Erano le 3:45 del 31 agosto 1888 quando a Whitechapel, quartiere popolare della periferia orientale di Londra, Charles Cross e Robert Paul fecero una macabra scoperta: trovarono riverso a terra, in una copiosa pozza di sangue, il cadavere di una donna mutilato in diversi punti del corpo. Era Mary Ann Nichols, una prostituta 43enne, riconosciuta in seguito come la prima vittima accertata del serial killer Jack lo squartatore. Una scena che, purtroppo, si ripeté a novembre dello stesso anno, fino a che le vittime salirono a cinque: oltre alla Nichols, Annie Chapman, Elizabeth Stride, Catherine Eddowes e Mary Jane Kelly. Molti gli elementi in comune: la zona, ossia Whitechapel, la scelta delle vittime, tutte prostitute, e le modalità con cui uccideva, mutilando i corpi con inaudita ferocia. Tra i sospettati vi furono un avvocato di buona famiglia, un parrucchiere affetto da gravi turbe psichiche, un ex internato di un manicomio e un apprendista chirurgo. Anni di indagini non riuscirono a svelare l’arcano, lasciando l’assassino senza un volto e con un nome ripreso da una lettera inviata alla Central News Agency, in cui lo scrivente ammetteva di essere l’autore degli omicidi, firmandosi Jack the Ripper.
A distanza di tutti questi anni, chi fosse Jack è ancora uno dei grandi misteri della scienza forense. Pubblicato sul Journal of Forensic Sciences, uno studio, in cui sono stati analizzati tracce di liquido seminale, afferma di aver identificato Jack lo squartatore in un barbiere polacco che, all’epoca, aveva 23 anni, di nome Aaron Kosminski. La concentrazione degli omicidi durante i fine settimana e le zone in cui ha colpito l’assassino hanno fatto facilmente concludere che il serial killer avesse un impiego regolare nel quartiere. Qualcuno, piuttosto, ha ipotizzato che si trattasse di un uomo di alta classe borghese, forse un medico, o un aristocratico, che si era stabilito nel quartiere di Whitechapel alla ricerca di una zona più adatta dove compiere i suoi crimini. Riguardo, comunque, a Aaron Kosminski, l’uomo ha trascorso la parte finale della sua vita in un manicomio a causa della sua schizofrenia ed è morto nel 1919 per una cancrena alla gamba. In ogni caso, si ritiene che molti siano stati gli errori nelle analisi giudiziarie, per cui, oggi come oggi, il caso di Jack the Ripper rimane ancora avvolto nel mistero.
Giornalista