Accadde oggi: 31 dicembre 2019, la prima volta che si parla del covid-19, pandemia dei nostri giorni

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Eravamo tutti impegnati a fare buoni propositi per salutare un nuovo anno in arrivo, bisestile, certo, ma la cui particolarità numerologica doveva portare con sé solo cose belle e prospere. Eppure, esattamente un giorno prima dal nuovo capodanno, il mondo ebbe una notizia che, all’epoca, non immaginavamo minimamente potesse portare a tutto il dolore e ai tanti cambiamenti al cui cospetto ci siamo ritrovati. Un nuovo virus altamente contagioso e completamente sconosciuto al nostro sistema immunitario aveva iniziato a circolare molto lontano da noi. Già a novembre, probabilmente anche prima, il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 aveva iniziato a circolare, in Cina, in particolare a Wuhan, una città densamente popolata. Inizialmente non si sapeva che si trattava di un nuovo virus: si registrò un certo numero di polmoniti anomale, dalle cause non ascrivibili ad altri patogeni. La prima data ufficiale in cui ha avuto inizio la storia del nuovo coronavirus è proprio il 31 dicembre 2019, giorno in cui le autorità sanitarie locali avevano dato notizia di questi casi insoliti. All’inizio di gennaio 2020 la città di Wuhan aveva riscontrato decine di casi e centinaia di persone erano sotto osservazione. Dalle prime indagini era emerso che i contagiati erano frequentatori assidui del mercato Huanan Seafood Wholesale Market a Wuhan, che è stato chiuso dal 1 gennaio 2020, e quindi l’ipotesi che il contagio possa essere stato causato da qualche prodotto di origine animale venduto nel mercato.

Qualche mese più tardi, l’OMS dava un nome a questa malattia, Covid-19: Co e vi per indicare la famiglia dei coronavirus, d per indicare la malattia (disease in inglese) e infine 19 per sottolineare la scoperta nel 2019. Il virus, invece, cambiava nome, da 2019-nCoV a Sars-CoV-2 perché il patogeno è parente del coronavirus responsabile della Sars (che però era molto più letale anche se meno contagiosa). A gennaio, infatti, le autorità cinesi avevano dichiarato ai media locali che il patogeno responsabile era un nuovo ceppo di coronavirus, della stessa famiglia dei coronavirus responsabili Sars e della Mers ma anche di banali raffreddori, ma diverso da tutti questi. Ecco perché nuovo. L’Oms cominciò a divulgare la notizia a gennaio, fornendo tutte le istruzioni del caso, come quella di evitare i contatti con persone con sintomi e dichiarando che non era raccomandata alcuna restrizione ai viaggi per e dalla Cina. All’epoca si poteva ancora presumere che questo potesse andar bene, Tutti i casi, non moltissimi, erano concentrati a Wuhan e non si conosceva la contagiosità di questo virus, finché la stessa OMS dichiarò la contagiosità da uomo a uomo, probabilmente iniziata da un animale. Wuhan cominciava a divenire una città isolata e i festeggiamenti per il capodanno cinese che incombeva venivano annullati lì come in altre città, tra le quali Pechino e Macao. L’11 marzo 2020 Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, annunciava nel briefing da Ginevra sull’epidemia di coronavirus che Covid-19 “può essere caratterizzato come una situazione pandemica”. dichiarando la pandemia. Una pandemia che ancora tocchiamo con mano.