Erano le 11:33 del 31 ottobre 2002, un attimo, un boato e, dopo una notte di lievi scosse sismiche, una scossa più potente, di magnitudo 5.4, colpì la provincia di Campobasso con epicentro fra i comuni di San Giuliano di Puglia, Colletorto, Bonefro, Castellino del Biferno e Provvidenti. C’era già stata, quella notte, un’altra scossa leggermente più alta, ma non così tanto forte da destare preoccupazione.
Nonostante tutto, la mattina seguente la maggior parte delle scuole rimasero aperte, compreso l’Istituto Francesco Jovine, la scuola elementare di San Giuliano di Puglia, dove proprio pochi anni prima erano stati fatti lavori per rialzare l’edificio. Le lezioni erano in corso regolarmente quando alle 11:33 la scossa principale fece crollare completamente il solaio.
In tutto il resto del paese non ci furono crolli, tranne che in una vecchia casa diventata inagibile.
Nella scuola elementare, invece, cinquantasette fra alunni, maestre e bidelli rimasero intrappolati sotto le rovine dell’edificio. I soccorsi arrivarono subito sul posto, con Vigili del Fuoco, Guardia Forestale e normali cittadini che si alternavano a rimuovere a mano le macerie, nel timore che l’uso di macchinari potesse ferire eventuali superstiti. Nel corso della giornata, diciannove persone furono estratte dalle macerie. Ventiquattro ore dopo, la mattina del primo novembre, i Vigili del Fuoco dissero che non si sentivano più voci provenire da sotto le macerie. Quando i lavori di sgombero terminarono furono trovati ventisette cadaveri di bambini e quello della loro maestra. L’intera prima elementare 1996 del paese di San Giuliano era scomparsa.
Giornalista