Era il 4 aprile 1968: Martin Luther King, campione potente e instancabile dei diritti civili, venne assassinato a Memphis, in Tennessee, e ancora oggi non è chiaro se si sia trattato del gesto di un difensore della razza bianca o di una cospirazione e, nel caso, chi fosse coinvolto. Quel giorno Martin Luther King era Memphis, in cui aveva partecipato alla manifestazione del 28 marzo dov’era stato ucciso, durante gli scontri con la polizia, un giovane afroamericano di 16 anni. Il premio Nobel per la pace era in un motel, si affacciò al balcone di Mulberry Street e venne raggiunto dal proiettile di un assassino.
Nacque ad Atlanta, in Georgia, il 15 gennaio 1929, nel profondo sud degli Stati Uniti dove il razzismo era particolarmente radicato. Fin da quando aveva tre anni ebbe come compagno di giochi un bambino bianco più o meno della sua stessa età. A sei anni i due amici iniziarono la scuola, ma si trattava di due scuole separate, perché uno era bianco e l’altro nero. La loro amicizia cominciò a guastarsi, finché un giorno l’amico disse che il padre gli aveva ordinato di non giocare più con lui. Da quell’episodio uscì con un trauma violento. Per la prima volta fu messo di fronte all’esistenza di un problema razziale di cui, in precedenza, non si era mai reso conto. Quando andava al liceo, ogni giorno doveva prendere l’autobus che attraversava la città, e in quel periodo gli autobus erano sottoposti a un rigoroso regime segregazionista: i neri dovevano occupare i posti in fondo alla vettura, mentre i bianchi davanti. Anche se non saliva nessun passeggero bianco, i neri non potevano occupare i posti davanti ed erano costretti a stare in piedi nonostante ci fossero dei posti liberi. A 14 anni, mentre era in viaggio con una sua insegnante da Atlanta a Dublin, in Georgia, salirono sull’autobus alcuni passeggeri bianchi e l’autista bianco ordinò loro di alzarsi e di cedere il posto. Questi cominciò a insultarli, bestemmiando, episodio mai più dimenticato nella sua vita. Quando nel dicembre del 1955 Rosa Parks, una sarta che viveva in Alabama, si rifiutò di cedere il suo posto sull’autobus, uno di quelli che stavano in mezzo, a disposizione di tutti, a un uomo bianco e venne arrestata, Martin Luther King, allora ventiseienne, decise di avviare un’azione di protesta non violenta: boicottare tutti i mezzi pubblici. Per oltre un anno nessun nero salì più sugli autobus che cominciarono a viaggiare completamente vuoti.
Nell’estate 1963 un corteo di oltre 200 mila persone invase il centro di Washington per chiedere la legge sui diritti civili. Martin Luther King tenne lì il suo celebre discorso che inizia con I have a dream, cioè: “Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli potranno vivere un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della pelle, ma per le qualità del loro carattere“. Il 10 febbraio 1964 venne approvata la legge per i diritti civili e il merito fu anche di questo immenso uomo che il 14 ottobre dello stesso anno ricevette questo telegramma da Stoccolma: “Il premio Nobel per la Pace è stato assegnato a Martin Luther King per avere fermamente e continuamente sostenuto il principio della non violenza nella lotta razziale nel suo paese”. Fu il premiato più giovane, fino a quando non venne, in seguito, dato il Nobel a Malala. Nella cittadina di Selma, in Alabama, ci sono state tre importati marce di protesta organizzate da Martin Luther King. Nella prima, il 7 marzo 1965, conosciuta anche come Bloody Sunday, circa 600 persone che manifestavano pacificamente per chiedere il diritto di voto per gli afroamericani e la fine della segregazione razziale, furono caricate dalla polizia. L’ultima, il 25 marzo, le persone che protestavano erano diventate 25 mila. C’è un film, “Selma – la strada per la libertà” che racconta questi fatti.
Nonostante la durata troppo breve della sua vita, Martin Luther King cambiò radicalmente la lotta per i diritti degli afroamericani, dando nuova linfa agli ideali di un’intera generazione. King era riuscito a trascendere la propria figura assurgendo quasi al ruolo di profeta, facendosi carico del tormento della propria gente per condurla verso una nuova era. Per ricordare la sua lotta il terzo lunedì di gennaio, ovvero un giorno vicino al 15 gennaio, data di nascita di Martin Luther King, negli Stati Uniti, si celebra il Martin Luther King Day, ricorrenza celebrata per la prima volta il 20 gennaio del 1986, in seguito a una legge firmata nel 1983 dal presidente Ronald Reagan.
Giornalista