I suoi dipinti, al di là del gusto estetizzante, possiedono una profonda stratificazione di significati, e sono vivi testimoni di un’ampia formazione culturale
Oggi ricorre l’anniversario della morte di Gustav Klimt, avvenuta il 6 febbraio 1918. Figlio di padre orafo e madre appassionata di musica lirica, nacque a Vienna. Il padre, dalla spiccata passione artistica, lo avviò all’arte fin dai primi anni di età, permettendogli di frequentare la scuola d’Arte e Mestieri viennese dove apprese svariate tecniche artistiche e si distinse per le sue capacità.
La sua indole era simile a quella di un bohèmien, uno stile raffinatissimo, elegante, ma al contempo moderno e fantasioso, frutto di una vasta cultura. Con lui si è assistito al superamento della pittura accademica e di quella impressionista di derivazione francese. Nei suoi dipinti ritroviamo una grande ricchezza di richiami culturali differenti che spaziano sia geograficamente, con continui riferimenti esotici, sia dal punto di vista temporale, collegandosi alle civiltà del passato.
Nelle sue opere, inoltre, troviamo i mosaici e il preziosismo dell’arte bizantina, i fondi d’oro delle tavole gotiche, le citazioni dell’arte rinascimentale italiana, il tutto con una grande attenzione alla cultura contemporanea, in particolare alle ricerche e alle scoperte scientifiche più all’avanguardia.
Klimt prese stimoli dagli studi di Freud sulla psicanalisi e dalla vita vista al microscopio rivelata dalla nascente biologia, tanto da arrivare a utilizzare simboli ed elementi appartenenti al mondo della scienza inserendoli nei poetici contesti dei suoi quadri, come ad esempio in Danae. I suoi dipinti, al di là del gusto estetizzante, possiedono una profonda stratificazione di significati, e sono vivi testimoni di un’ampia formazione culturale, riflettendo il contesto storico della Vienna di fine ‘800.