Accadde oggi: 7 febbraio 1914, il debutto di Charlot, vagabondo gentiluomo

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Il 7 febbraio 1914 nacque la maschera di Charlot. The Tramp, il vagabondo, è il nome del celebre personaggio comico del cinema muto ideato e interpretato da Charlie Chaplin. Il personaggio comparve per la prima volta nel film Charlot ingombrante nelle vesti di un personaggio maldestro, ma di buon cuore, un vagabondo che si sforza di comportarsi con le buone maniere e la dignità di un gentiluomo, nonostante il suo status sociale. Tuttavia, Charlot sa usare anche astuzia per ottenere ciò che gli serve. Charlot ingombrante è un film diretto da Henry Lehrman, prodotto dalla Keystone Pictures Studio e distribuito negli Stati Uniti dalla Mutual Film proprio il 7 febbraio di quell’anno. Una troupe sta filmando una gara automobilistica per bambini a Venice, Los Angeles, ma le riprese vengono intralciate da Charlot che entra continuamente nel campo della cinepresa nonostante i tentativi, tanto pacifici quanto violenti, del regista di allontanarlo. Gli spettatori, inizialmente perplessi, ben presto cominciano a divertirsi dalle buffonate del vagabondo. Il cortometraggio ha una durata di appena sei minuti e fu girato in soli tre quarti d’ora nel pomeriggio dell’11 gennaio 1914, mentre era in corso la gara reale. Il personaggio nacque da un’idea di Charlie Chaplin e del produttore e regista Mack Sennett nel 1913.

Chaplin stipulò un contratto con la casa di produzione Keystone Film Company, e voleva creare un personaggio in chiave comica che usasse pochissimi dialoghi per esprimere le sue idee, a meno che non ne fosse stato estremamente necessario. Perfino l’operaio pasticcione del film Tempi moderni del 1936, diretto e interpretato da Chaplin, non recita una sola parola nel film dando completamente spazio al linguaggio del corpo agile ed esile. L’unico film in cui il personaggio del vagabondo si esprime con le parole è Il grande dittatore del 1940, in cui Chaplin interpreta due ruoli: quello in chiave comica che prende in giro i costumi di Adolf Hitler, chiamato Adenoid Hynkel, e quello di un loquace e mite barbiere ebreo. Il punto più importante del film in cui questo personaggio successore di Charlot rompe definitivamente i rapporti con il suo antecedente lasciando spazio alla parola, nuovo mezzo per esprimersi al mondo, è il discorso finale ai nazisti, intimando loro di abbandonare le persecuzioni contro gli ebrei in quanto esseri umani e uguali a loro.

Il personaggio di Charlot è stato simbolo di grande umanità, che accusa e rispecchia la triste realtà di varie generazioni dell’America degli anni Venti e Trenta. Non a caso Charlot è un vagabondo con buffi vestiti e dai modi sgraziati, un reietto della società, bersagliato dalla sfortuna e dalla cattiveria della gente più potente di lui, obbligato a essere l’ultima ruota del carro. Fame e sofferenza sono le uniche amiche e accompagnatrici del povero vagabondo che cerca la fortuna per le strade deserte, povere e degradate della città. Spesso Charlot si aggrappa all’amore per qualche animale, per lo più un cane, o per una bella ragazza, la maggior parte delle volte anche lei sfortunata, apparendo gentile e cortese e dai portamenti nobili. Charlot è entrato nel mito, nella leggenda, con i suoi pantaloni larghi, il cappotto stretto, la bombetta piccola, un grosso paio di scarpe ai piedi, il bastone e i suoi famosi baffetti. Tutti abbiamo amato questo vagabondo gentiluomo, che cammina in modo strano a causa del suo stravagante abbigliamento, un uomo che ha certamente visto giorni migliori ma che mantiene l’atteggiamento e il comportamento di un individuo di alta classe. Il personaggio è diventato un’icona del cinema mondiale e viene spesso identificato col suo creatore; alcuni elementi che componevano l’abbigliamento del personaggio, come il cappello o le scarpe, hanno raggiunto elevate quotazioni nei mercati d’aste o sono state esposti in musei del cinema.