Con l’irruzione al Palazzo d’Inverno di Pietrogrado, i bolscevichi spodestarono i Romanov
Fu uno degli anni più duri e difficili della Prima Guerra Mondiale, il 1917. La rivoluzione russa prese corpo in un Paese che si trovava sotto il controllo dello zar Nicola II e vide le forze rivoluzionarie divise in vari orientamenti: dai bolscevichi, maggioritari all’interno del partito operaio socialdemocratico, e guidati da Lenin, ai menscevichi, minoritari, e fautori di una fase intermedia di “rivoluzione borghese”, dai “cadetti”, che chiedevano riforme costituzionali e il suffragio universale, fino ai socialisti rivoluzionari, con forte radicamento nelle campagne.
Il 7 novembre 1917, a Pietrogrado i bolscevichi guidati da Lenin occuparono i punti chiave della città e in serata fecero irruzione nel Palazzo d’Inverno prendendo definitivamente il potere, spodestando i Romanov dal trono imperiale e dando inizio alla fase di creazione della Repubblica Sovietica, l’URSS (nonché di una lunga e cruenta guerra civile che si concluse con la vittoria bolscevica tra il 1921 e il 1922). È questa quindi la celebre data ricordata come Rivoluzione d’Ottobre. I russi, infatti, utilizzavano ancora il calendario giuliano e secondo tale calendario era il 25 ottobre.
Fra i primi provvedimenti del nuovo governo ci furono la distribuzione della terra ai contadini, le restrizioni al commercio, il controllo operaio sulle industrie durato circa sei mesi, l’istituzione della Čeka e dei tribunali rivoluzionari. Nei mesi successivi venne introdotto l’obbligo della consegna dei raccolti alle autorità, che determinò numerose rivolte.
Giornalista