Dopo l’Editto di Milano con cui Costantino aveva proclamato il Cristianesimo religio licita il numero dei cristiani cominciò lentamente ad aumentare, così come andavano a moltiplicarsi le eresie, con la conseguenza di un clima che molto spesso diventava scottante, violento. In Oriente era ancora molto diffuso l’arianesimo che prendeva il suo nome dal fondatore Ario e che sosteneva che nella Trinità divina soltanto il Padre può considerarsi veramente Dio, non generato e non creato, mentre il Figlio, intermediario tra Dio e il mondo, era stato creato dal nulla. In pratica, il Figlio era da considerarsi dissimile e inferiore al Padre in natura e dignità, in quanto creato e generato dal Padre stesso prima di tutti i tempi. Ario affermava che un tempo il Figlio non esisteva, per cui, l’unico vero Dio, era il Padre. Per questo motivo, non era possibile ammettere che l’umano Cristo condividesse la natura divina del Padre, ammettendo una pluralità di esseri divini e ritenendo divisibile la stessa natura divina.
Questa dottrina teologica venne proibita e i suoi seguaci furono esiliati da Costantino, anche se dopo qualche tempo riprese il sopravvento. Con l’avvento di Teodosio nella parte orientale le cose cambiarono radicalmente, con inizio di una decisa lotta contro l’arianesimo.
Il 27 febbraio 380 d.C. venne reso noto l’Editto di Tessalonica, conosciuto anche come Cunctos populos, promulgato dagli imperatori Graziano, Valentiniano II e Teodosio, con il quale il Cristianesimo diventò la sola religione accettata nell’Impero. Tutti i sudditi erano invitati “a perseverare nella religione trasmessa dall’apostolo Pietro ai Romani […] professata dal pontefice Damaso, e da Pietro, vescovo di Alessandria”. Fu così che il Cristianesimo diventò religione di Stato, e coloro che non vi aderivano venivano additati quali eretici, per cui perseguiti. E lo stesso Editto conteneva la condanna degli eretici e l’annuncio di nuove misure per combatterli. Per Chiesa si sarebbe considerata solo quella cattolica e chi credeva in un’altra fede, come i culti pagani, veniva considetato fuori dalla legge divina, ma anche da quella dell’Impero. L’editto di Tessalonica è un documento ritenuto molto importante dagli storici in quanto diede inizio a un processo in base al quale “per la prima volta una verità dottrinale veniva imposta come legge dello Stato e, di conseguenza, la dissidenza religiosa si trasformava giuridicamente in ‘crimen publicum’: ora gli eretici potevano e dovevano essere perseguitati come pericolo pubblico e nemici dello Stato”.
Giornalista