La leggenda della Bora, il vento terapeutico di Trieste che spazza via tutto
La bora è un vento catabatico di provenienza est/nord-est, una delle caratteristiche e particolarità di Trieste. Il termine deriva da Borea, personificazione del vento del nord nella mitologia greca.
La leggenda racconta che Eolo, padre dei venti, girava per il mondo con i suoi figli. Tra questi, la sua preferita era la giovane Bora. Molti anni fa Eolo capitò in un verde altopiano che scendeva ripido verso il mare. Bora, la più bella e amata figlia, incantata dalla bellezza del paesaggio, si allontanò dai fratelli per correre nel cielo a scombussolare le nuvole e per giocare fra i rami degli alberi che si agitavano allegri al suo passaggio. Stanca di correre, la giovane entrò in una grotta dove, sulla via di ritorno dall’impresa del Vello d’Oro, stava riposando l’umano eroe Tergesteo, così forte, così bello e così diverso da tutte le creature che Bora di colpo se ne innamorò. Amore che Tergesteo ricambiò con uguale passione. I due vissero felici in quella grotta tre, cinque, sette splendidi giorni. Quando Eolo si accorse della fuga di Bora, si mise tempestosamente a cercarla, fino a quando un cirro – nembo brontolone, infastidito da quel gran putiferio che lo stava scuotendo su e giù per il cielo, gli svelò il rifugio dei due amanti. Eolo giunse alla grotta ma, appena vide Bora abbracciata a Tergesteo, la sua rabbia crebbe e diventò un ciclone che si avventò contro l’umano, sollevandolo e scagliandolo contro le pareti della grotta, più e più volte, finché l’eroe restò immobile al suolo, senza più vita. Dopo essersi calmato, lasciò Bora al suo destino. Quest’ultima, straziata dal dolore, incominciò a urlare e a piangere tanto forte che ogni sua lacrima si trasformava in pietra.
Nel tentativo di consolarla da tanta disperazione, Madre Natura, dal sangue di Tergesteo fece nascere il Sommaco, che da allora inonda di rosso l’autunno del Carso. Bora piangeva ancora e le pietre erano ormai talmente tante, da ricoprire tutto l’altipiano. Allora Madre Natura, angosciata da tutti quei sassi che andavano a rovinare i suoi verdi prati in fiore, concesse a Bora di rimanere per sempre vicina al corpo di Tergesteo. Bora, però, non smetteva i suoi lamenti, tanto che persino gli Dei si preoccuparono. Allora, per riparare la situazione, Eolo le concesse di rivivere ogni anno quei tre, cinque, sette giorni d’amore fra le braccia di Tergesteo.
Nettuno ordinò alle Onde di ricoprire con conchiglie, stelle marine e verdi alghe il corpo dell’eroe affinché diventasse un alto colle, il più bello di quest’angolo di mondo. Finalmente Bora si placò, ma lasciò per sempre l’eco dei suoi lamenti nel fruscio delle fronde.
SANTO DEL GIORNO – Santi Felice e Adautto. I due santi martiri, per aver reso insieme testimonianza a Cristo con la medesima intemerata fede, corsero insieme vincitori verso il cielo.
Felice deriva dal cognomen romano Felix; è basato sul termine felix, felicis, che significava sia “fortunato”, “che ha successo”, “fruttifero”, sia, per estensione “felice”, “contento”. Il nome Feliciano è un suo derivato.
ACCADDE OGGI – 1850 – Honolulu diventa una città; 1918 – Degli assassini feriscono gravemente il leader bolscevico Vladimir Lenin e uccidono Moisej Solomonovič Urickij, dando la spinta al decreto che istituirà il Terrore rosso; 1965 – I Beatles tengono un concerto all’Hollywood Bowl di Los Angeles; 1967 – Thurgood Marshall viene confermato come primo giudice afroamericano della Corte suprema degli Stati Uniti; 1987 – Debutta il videogioco Street Fighter; 1991 – L’Azerbaigian dichiara l’indipendenza dall’Unione Sovietica; 1993 – La CBS lancia il David Letterman Show; 1999 – In un referendum, Timor Est vota per l’indipendenza; 2005 – L’uragano Katrina devasta New Orleans per poi dissiparsi
PROVERBIO – Mostrano gli alberi nell’agosto quel che daranno poi di frutto.
AFORISMA – Dio v’ha dato la vita; Dio v’ha dunque data la legge; Dio è l’unico Legislatore della razza umana. La sua legge è l’unica alla quale voi dobbiate ubbidire. (Giuseppe Mazzini)
LETTURA DEL WEEKEND – Adorata nemica mia di Marcela Serrano.
È uno dei numerosi bestsellers della scrittrice cilena. Adorata nemica mia è un’esplorazione dell’animo femminile che tesse un filo che unisce le donne. Il romanzo è suddiviso in venti racconti: Dulcinea racconta la sua versione della storia con Don Chisciotte della Mancia, Maria ha perso il nemico di una vita, Irma si sfila l’anello, Anabella aspetta la felicità, Laura è contro il femminismo. Ritratti di donne, di amicizia, di odio, di amore, di delusione.
CONSIGLIO – L’aceto bianco è un ottimo prodotto da utilizzare contro le macchie e gli aloni dell’argenteria. Per utilizzarlo al meglio occorre riempire una pentola d’acqua e portarla a ebollizione, poi spegnere il fornello e versarne un bicchiere e mezzo.
Giornalista