Accadde oggi: nel 2023 l’Organizzazione Mondiale della Sanità annuncia la fine della pandemia di COVID-19.
Il cinque maggio è un’ode scritta da Alessandro Manzoni nel 1821, in occasione della morte di Napoleone Bonaparte, esule a Sant’Elena. Fu stesa di getto in tre giorni, dopo aver appreso dalla Gazzetta di Milano del 16 luglio 1821 le circostanze della morte di Napoleone. In essa, Manzoni mette in risalto le battaglie e le imprese dell’ex imperatore francese, nonché la fragilità umana e la misericordia di Dio. Lo scrittore milanese affidò poi la redazione del primo getto alle pagine del ms. VS. X. 3, custodito alla biblioteca Braidense. Malgrado vi siano sostanziali discrepanze tra la prima e l’ultima versione dell’ode, a latere della bozza, nella parte destra della pagina, il poeta inserì alcuni appunti che, seppur allo stato embrionale, presagiscono sensibilmente la redazione definitiva.
Dopo aver finalmente composto l’ode, Manzoni la presentò alla censura austriaca, che tuttavia non ne consentì la pubblicazione. Come disse Angelo De Gubernatis, infatti, “L’Austria aveva tosto riconosciuto nel Cinque Maggio del Manzoni un omaggio troppo splendido al suo temuto nemico, che pareva come evocato dal suo sepolcro, in quelle strofe potenti”. Manzoni, tuttavia, ebbe la prudenza di preparare non uno, bensì due esemplari: di questi, uno fu trattenuto dal censore, mentre l’altro fu fatto circolare in forma manoscritta, anche al di fuori del Regno Lombardo-Veneto.
Il cinque maggio ebbe vastissima eco; tra gli ammiratori principali vi fu lo scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe, che tradusse l’ode nel 1822 per poi pubblicarla nel 1823 sulla rivista Über Kunst und Altertum, IV/1, pp. 182–188: Der fünfte Mai. Ode von Alexander Manzoni.
Manzoni, con la stesura de Il cinque maggio, non intendeva né glorificare la figura di Napoleone, né muovere a pietà il lettore per il suo trapasso, bensì illustrare il ruolo salvifico della Grazia Divina, offrendo al contempo uno spaccato esistenziale della vita di Napoleone.
SANTO DEL GIORNO – Oggi si commemora Santa Irene da Lecce, vergine e martire. Martire per la fede, forse sotto Diocleziano, a Lecce si narrano molti suggestivi episodi sul conto di questa fanciulla, i cui veri contorni storici sono piuttosto vaghi e sfuggenti. Si dice, per esempio, che sarebbe stata la figlia di Licinio, il futuro imperatore e socio del grande Costantino, insieme con il quale avrebbe poi sottoscritto l’editto di tolleranza religiosa per i cristiani. La fede dell’integerrima fanciulla, dunque, avrebbe avuto un peso storico non piccolo, contribuendo a ben disporre l’animo paterno nei confronti dei credenti nel Cristo. Ed è perciò significativo il fatto che la conversione del padre sia stata ottenuta soltanto con il martirio della figlia. Quanto alla probabilità che Irene sia stata veramente figlia di un imperatore, non ci sono prove attendibile, né deve essere per forza messo in dubbio. C’è però un particolare curioso, che fa pensare a qualcosa di più che una coincidenza. Anche i Copti, cioè i cristiani scismatici di certe regioni africane, l’Etiopia soprattutto, onorano una Santa Irene o Erina. E anch’essi la dicono figlia di un re, Licinio. L’origine della devozione per i santi presso i Copti è molto antica, ed è restata, per così dire, cristallizzata nei secoli. Si può pensare perciò che questa loro Sant’Irene e la Martire pugliese siano una stessa cosa.
Irene è un nome di origine greca che significa “pace”. Irene, figlia di Zeus e Temi, era infatti la dea della pace nella mitologia greca. Francesco De Gregori, Roberto Vecchioni e altri cantanti hanno dedicato a Irene alcune loro canzoni. Il nome è presente da molti anni nella top 50 dei nomi più popolari in Italia.
ACCADDE OGGI – 996 – Consacrazione al soglio pontificio di papa Gregorio V; 1762 – Trattato di pace fra Russia e Prussia; 1789 – Luigi XVI convoca per l’ultima volta a Versailles gli Stati Generali; 1809 – Mary Kies diventa la prima donna a ottenere un brevetto statunitense, per una tecnica di tessitura della paglia con seta e filo; 1818 – Nasce Karl Marx: pensatore e storico tra i più influenti del Novecento, fu il principale teorico del materialismo storico e del comunismo; 1821 – In esilio sull’isola di Sant’Elena, muore Napoleone Bonaparte; 1862 – Istituito il servizio postale nazionale; 1912 – Esce a Mosca il primo numero della “Pravda”; 1925 – A Dayton (Tennessee), John Scopes, un insegnante di biologia, viene arrestato per aver insegnato la Teoria dell’evoluzione di Charles Darwin; 1936 – Guerra d’Etiopia: con l’ingresso delle truppe italiane ad Addis Abeba, ha termine il conflitto; 1946 – Prima schedina della SISAL, progenitrice del Totocalcio, da un’idea del giornalista sportivo Massimo Della Pergola; 1947 – Primo volo di una linea aerea italiana del dopoguerra, lungo la tratta Torino – Catania con scalo a Roma; 1949 – Viene costituito il Consiglio d’Europa; 1971 – Palermo: Luciano Liggio, mafioso siciliano detto la Primula Rossa, uccide il procuratore capo di Palermo Pietro Scaglione; 1981 – Dopo 66 giorni di sciopero della fame, Bobby Sands muore nell’ospedale del carcere di Maze, noto anche come Long Kesh, in Irlanda del Nord. L’episodio scatena la protesta di molte persone nel mondo; 1998 – La Campania, dopo giorni di piogge intense, è travolta da numerose frane tra le province di Avellino e Salerno: i comuni di Bracigliano, Quindici, Sarno e Siano saranno i più colpiti, per un totale di oltre 160 morti; 1999 – Anastacia pubblica “I’m Outta Love”, considerato uno dei più grandi brani dance pop di tutti i tempi; 2000 – Muore Gino Bartali, leggenda del ciclismo italiano; 2000 – Esce nelle sale “Il gladiatore”; 2002 – L’Inter, pronta a festeggiare lo scudetto, perde 4-2 contro la Lazio, quindi è la Juventus a diventare Campione d’Italia; 2007 – A Catania viene inaugurato il nuovo aeroporto intitolato a Vincenzo Bellini, che sarà aperto ai passeggeri l’8 maggio 2007; 2023 – L’Organizzazione Mondiale della Sanità annuncia la fine della pandemia di COVID-19.
PROVERBIO – Chi pota di maggio e zappa d’agosto, non raccoglie né pane né mosto.
AFORISMA – L’amore è una malattia inesorabile, per di più contagiosa. (Disraeli)
CONSIGLIO – Una volta alla settimana fai un peeling al viso per rimuovere le cellule morte dell’epidermide. Basterà massaggiare con una spazzola a setole morbide, soprattutto nella cosiddetta zona T.
Giornalista