Domani è San Gennaro, nativo di Benevento, e Napoli è in fermento. L’amore per il suo santo patrono, infatti, fa fermare il respiro, il tempo, lo scorrere delle lancette degli orologi, i pensieri che tormentano, i battiti del cuore. San Gennaro è il santo napoletano per eccellenza, nonostante i natali sanniti, e Napoli è in tumulto e trepidazione. Nessuno riesce a restare indifferente di fronte alla figura di San Gennaro, di quell’ampolla con il sangue che domani verrà fissata con tanta trepidazione all’interno del Duomo di Napoli. Un uomo morto per amore del suo popolo, senza pensarci troppo, senza ombre di dubbio.
Da vescovo di Benevento, strinse un a forte amicizia con il diacono Sossio che, una volta rinchiuso in prigione, ai tempi delle persecuzioni di Diocleziano, fu seguito da Gennaro in carcere. Questi fu arrestato e il vescovo fu sottoposto a grandi torture, esposto alla ferocia delle belve, e infine decapitato insieme ai compagni.
Non solo Napoli, non solo la Campania amano San Gennaro: “The feast of all feasts”, o meglio “‘A festa ‘e tutte ‘e ffeste”, è così che viene chiamata a New York dove, verso la fine di settembre, per undici giorni, a Little Italy danze e suoni invadono le strade per celebrare e onorare il santo, una tradizione che affonda le sue radici nel lontano 1926, quando gli immigrati italiani per la maggior parte napoletani, si riunirono per dare inizio a quella che sarebbe divenuta una delle principali feste italo-americane.
Giornalista