L’agricoltura è il patrimonio del Sud
Una delle attività più antiche, inizialmente un’agricoltura di sussistenza, successivamente un’agricoltura estensiva basata sul latifondo, fino all’arrivo di un’agricoltura intensiva e specializzata. Lavorare la terra, utilizzare tecniche di coltivazioni precise, rispettando i cicli di vita naturale è alla base dell’agricoltura del Sud. Il Mezzogiorno è riuscito sempre a essere uno dei primi produttori di materie prime, fornendo da secoli una qualità eccellente. Gli agricoltori locali amano i loro terreni, li conoscono, li proteggono e si interessano a essi, cercando di annullare quella retorica nordista, avvalendosi della strategia straordinaria che il Sud possiede nel coltivarli. L’Italia agricola del Sud è un mercato di professionisti vivaci, che guardano al domani con ottimismo, hanno la fortuna di operare in un territorio dalle caratteristiche uniche, culla di frutta e ortaggi dalle inimitabili qualità. I meridionali sono i fautori dell’agricoltura: “La terra è la ricchezza più grande!”, affermano. Chi possiede la terra avrà sempre un cuscino su cui riposare beatamente.
“Se, nel peggior dei casi, uno non ha più da mangiare e possiede un piccolo terreno, potrà ricavare da esso sempre qualcosa, un’insalata, un pomodoro; avrà sempre un pasto!”, dichiara il contadino. La gente di città è quella che esalta maggiormente l’agricoltura del Sud: la carne buona, il pane resistente una settimana, la frutta raccolta e mangiata al lampo, un vero e proprio paradiso, tra cereali, piante da frutto e bestiame. La felicità della quiete rurale, la melodia degli uccelli, il sussurro dei boschi, l’odore lieve del grano appena mietuto, è tutto questo che un coltivatore non abbandonerebbe seppur sull’orlo del precipizio.